Green pass obbligatorio, Renato Brunetta detta la linea: "Valga per tutti i lavoratori"
Green pass per tutti i lavoratori. Un auspicio, o forse una 'rivelazione', quella del ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, che comunque fa rumore su un tema che crea ancora tensioni e divisioni nel mondo politico. Eppure l'economista di scuola socialista ha le idee ben chiare: "Green pass per tutti: lavori pubblici e lavori privati, servizi pubblici e servizi privati". Tutto nasce dalla riflessione che Brunetta snocciola davanti alla platea di 'Linkontro NielsenIQ 2021'. Ovvero che il certificato di avvenuta vaccinazione da Covid-19 è "una misura geniale".
Il ragionamento è articolato, ma il ministro della Pa prova a semplificarlo. "Il vaccinarsi o meno è un riequilibrio dinamico tra i costi, in termini di rischio, non monetario, e il beneficio atteso", dice. Perché "sembra un circuito perverso: l'alta propensione alla vaccinazione fa aumentare o rende irriducibile uno zoccolo di opportunisti. Se non ci fossero stati i vaccini, gli opportunisti non ci sarebbero stati. Adesso il gioco da fare è aumentare agli opportunisti il costo della vaccinazione. Come? - continua Brunetta -. Questa è la logica geniale del Green pass: ti vaccini, guarisci oppure ti fai il tampone, che hanno un costo psichico e monetario, più quello organizzativo. Aumentando il costo spingi a ridurre lo zoccolo e in questa maniera diminuisce la probabilità di circolazione di virus, così diminuiscono le varianti, che si manifestano solo se c'è circolazione". Per capire il senso forse è utile rileggere (o riascoltare) almeno un paio di volte la riflessione, ma alla fine il punto resta che sul certificato le intenzioni del governo sono chiarissime.
Brunetta comunque incassa endorsement di peso. A partire da quello del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, anche se il numero uno degli industriali non è pienamente soddisfatto: "Il gioco politico nell'avvicinarsi alle amministrative sembra stia rallentando il progetto di riforme di questo Paese. Chiarito che noi siamo per l'obbligo vaccinale, prendiamo atto che la politica non riesce a trovare una sintesi". Bonomi ha anche un'altra preoccupazione: "Che si stia spingendo verso una radicalizzazione all'interno dei luoghi di lavoro sulla quale non abbiamo strumenti per intervenire. Chiediamo alla politica di assumersi le sue responsabilità e non lasciare gli imprenditori da soli in prima fila".
La possibilità che il Green pass venga esteso a tutte le categorie di lavoratori, però, incontra il favore del governatore dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, che a un evento della Uil ribadisce di condividere la decisione del Governo sull'obbligo per il personale scolastico e per chi presta servizio e lavoro nelle Rsa: "Mi auguro venga trovato un accordo tra parti sociali e datoriali per estenderlo a tutti". Ma dalla Uil arriva un monito forte: "La politica non è in grado di decidere e scarica sui lavoratori e sui cittadini le sue indecisioni", tuona il segretario generale, Pierpaolo Bombardieri, dal palco della Festa dell'Unità, durante un dibattito in cui partecipa anche Brunetta. I toni sono accesi, ma lo scontro non è all'arma bianca: "Condivido il ragionamento che fa il ministro, ma la ricaduta del Green Pass non è così semplice, perché sui posti di lavoro purtroppo diventa elemento di discriminazione e divisioni". Ecco perché ribadisce che serve l'obbligo vaccinale piuttosto che il certificato esteso a tutte le categorie: "Non possiamo accettare il principio che la sicurezza sul lavoro non la paghino le aziende ma i lavoratori".
Nella lunga giornata di appuntamenti pubblici, però, Brunetta tocca anche su un altro tema caldo: il ritorno in presenza dei dipendenti della Pubblica amministrazione. Non ha cambiato idea il ministro, anzi. Servirà comunque un Dpcm, per il rafforzare il concetto che quella è la modalità ordinaria, che potrebbe vedere presto la luce. La priorità resta però l'estensione del Green pass. Misura che, invece, richiede un normale percorso normativo. La conferma arriva anche dal ministro della Salute, Roberto Speranza: "Ci sarà in vari settori, a cominciare da quelli in cui il certificato viene chiesto ai clienti ma non ai lavoratori, come i ristoranti e i bar: un'anomalia che sarà sanata nel più breve tempo possibile". Ma la lista potrebbe di lavori e servizi potrebbe diventare molto più lunga. Per il privato, ma anche per il pubblico.