Ddl Zan rinviato, la coerenza di Monica Cirinnà: "Saggio". Il provvedimento adesso non è più urgente
"Io penso che sia una decisione saggia". La senatrice del Partito democratico Monica Cirinnà, in prima linea sui diritti definisce così la decisione raggiunta ieri in Senato di far slittare a dopo le elezioni amministrative il ddl Zan. "Penso che sia una decisione saggia ma non legata al merito della questione dei contenuti del ddl" prova a giustificare lòa decisione. Insomma, la coerenza prima di tutto, verrebbe da ribattere alla senatrice dem che solo prima dell'estate invocava l'urgenza del provvedimento. "Urgente fare una buona legge senza equivoci" mentre infuocava il dibattito sul ddl che sommerso da mille emendamenti rischiava di saltare. E ancora: "Approvare in fretta il Ddl Zan, spiace Ostellari relatore", "Votiamo per ddl Zan in aula il 13 luglio, se lo modifichiamo lo condanniamo a morte sicura" scriveva proprio durante l'estate.
Dunque cosa sarebbe cambiato in quasi due mesi? Perché a settembre, dopo le ferie la Cirinnà ha cambiato improvvisamente idea definendo "saggio" rinviare a dopo le amministrative il ddl Zan. La senatrice parla di scontro non ideologico, eppure era stata la prima a piantare la bandiera contro la Lega. Per la senatrice non sarebbe più urgente per due motivi e lo ribadisce anche sui social: "La prima - argomenta la senatrice dem - è che il Senato in questo momento è ingolfato. Io sono in commissione Giustizia e siamo al lavoro sulle due riforme della giustizia legate ai fondi del Pnrr che vanno inseriti nella legge di bilancio e la sessione di bilancio inizia al Senato il 15 ottobre quindi dobbiamo chiudere rapidamente le due riforme". E la seconda? "E' che nell'acuirsi della campagna elettorale, le posizione ideologiche si fanno più nette -continua Cirinnà- e questo finirebbe per stritolare un testo che si occupa di crimini d'odio contro le persone. E' un rischio che non voglio correre. Finirebbe per esserci un confronto mosso da ragioni diverse, slegate dal merito del testo. Mentre dopo la campagna elettorale ognuno potrà lavorare in modo più ragionevole".