Test per decidere chi farà la terza dose, Rasi svela il futuro del vaccino
“Ragionare per categorie e pensare ad un test prima della terza dose”, questo il parere di Guido Rasi a “Stasera Italia” su obbligo vaccinale e richiamo. Il professore ordinario di Microbiologia all’Università di Roma Tor Vergata è ospite nella puntata di lunedì 6 settembre del talk show dell’access prime time di Rete 4, condotto da Veronica Gentili. Sul tavolo la proposta dell’obbligo vaccinale generalizzato, laddove il green pass non raggiungesse l’obiettivo auspicato, e i relativi dibattiti attorno all’autorizzazione finale delle agenzie regolatrici del farmaco, Ema e Aifa.
“Sul green pass e sull'obbligo sono già espressi tutti – esordisce l’ex direttore dell’Ema- e io sono dell'idea che laddove ci sia un'attività che necessita la presenza, necessita che tutti sappiano bene o male in che ambiente e in che rischio si muovono. Se valga la pena di arrivare come ultima cosa all'obbligo vaccinale quantomeno per categorie esposte al pubblico”.
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Al momento la percentuale di vaccinati equivale al 72% ma “sappiamo anche c'è un problema. Il dato deve essere omogeneo quindi se una categoria è vaccinata al 30% e l'altra al 99%, tutto insieme facciamo 80%, potrebbe non funzionare quindi perciò bisogna ragionare per categoria piuttosto”. Sulla questione della terza dose per quella fetta di popolazione più fragile Rasi si dice favorevole. Poi lancia la proposta di un test per scoprire a chi riservare il richiamo del vaccino alla popolazione più ampia: “sulla terza dose ai fragili non c’è nessun problema, siamo tutti d’accordo sia FDA che l’Ema si sono già espressi. Per quanto riguarda la terza dose per la popolazione generale ci sono ancora delle riflessioni e dei dati da analizzare e valutare. L’Ema non si è ancora espressa e l’FDA ha detto che ha bisogno ancora di qualche dato nella popolazione generale e io sono d’accordo su questo. Tra l’altro sarà bene cercare di trovare un test che ci dica “Sì/No” del tipo “sei immune” o “non sei immune”. Infine sull’autorizzazione dell’Ema prima del via libera all’obbligo vaccinale, Rasi chiarisce: “l’Ema e l’obbligo non c’entrano niente. È una questione nata in ambienti no-vax ma non ha nulla a vedere con la sperimentazione è una questione amministrativa regolatoria. Il vaccino ha terminato la sperimentazione l’approvazione condizionale dell’Ema è un’approvazione totale, le condizioni sono per fatti manifatturieri fino al 2023 per stabilizzarlo perché apriranno sempre nuovi siti, quindi riguarda la mera questione amministrativa”.