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Roberto Speranza si regala uno spot e il ministero si rifà il look. Covid? Scaricabarile sulle Regioni

Dario Martini
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Centotrentamila morti, terapie intensive al collasso nei mesi più drammatici della pandemia che ora stanno iniziando di nuovo a riempirsi, indecisioni e cambi di rotta continui sulle prescrizioni dei vaccini, previsioni errate sulla seconda ondata tanto che il ministro della Salute, Roberto Speranza, è stato costretto a ritirare in anticipo il suo libro perché troppo «speranzoso». Certo, ci sono stati i medici e gli infermieri che hanno dato letteralmente la vita per combattere il Covid, professionisti che non si sono risparmiati e che ancora oggi danno tutto ciò che hanno per combattere il virus. Adesso, però, mentre il generale Figliuolo punta all'80% dei vaccinati e il Cts prepara l'ok alla terza dose, Speranza ha avuto un’idea improvvisa: è arrivato il momento di rendere più attraente l’immagine del sistema sanitario. Deve infondere fiducia nei cittadini. Come? Con un’operazione di «brand identity».

 

 

Lo scorso 6 luglio il ministero della Salute ha pubblicato un avviso pubblico «per la concessione di un contributo finalizzato all’organizzazione di un concorso per l’ideazione e la realizzazione del logo e dell’identità visiva del Servizio Sanitario Nazionale». In questo modo, il Ministero affida a un partner il compito di indire un concorso per realizzare il miglior brand possibile in grado di rilanciare la «percezione» - come si legge nel bando - che gli italiani hanno del sistema sanitario. Il logo e «l’identità visiva» dovranno «essere fortemente riconoscibili» e in grado di «trasmettere il valore» del sistema sanitario nazionale, «i suoi principi fondanti, le sue peculiarità e la sua attenzione alle sfide del prossimo futuro». Un’operazione di marketing, insomma. Nell’avviso pubblico del Ministero viene spiegato che «la percezione che le persone hanno sulla qualità delle strutture, sui servizi erogati e sulla competenza dei professionisti che lavorano nel settore è controversa». Nel documento che porta la firma del segretario generale Giovanni Leonardi, scopriamo anche quali siano i fattori che contribuiscono, secondo il Ministero, a creare questa percezione distorta nella mente degli italiani. Innanzitutto, «la scarsa conoscenza, a livello comparatistico, dei sistemi di welfare stranieri, vale a dire delle garanzie di cura offerte dalle altre realtà assistenziali pubbliche nel resto del mondo». Le responsabilità, però, vanno cercate anche altrove.

 

 

Leggiamo ancora che «spesso vengono ricondotte, "tout court", al ministero della Salute, responsabilità relative ai casi di cosiddetta "malasanità" territoriale la cui gestione dipende invece dalle singole Regioni». Insomma, la colpa va ricercata a livello locale, non negli uffici diretti dal Ministro. Non è ancora chiaro come il nuovo logo di Speranza riuscirà a spostare l’attenzione sulle Regioni. Il concorso grafico dovrà anche evidenziare i meriti del ministero, a partire dalla gestione della pandemia. Il bando ricorda che «in questo tragico scenario, il personale sanitario italiano è stato il primo nel mondo occidentale a dover affrontare una gravissima emergenza sanitaria. I medici e gli infermieri deceduti per Covid, contratto nell’esercizio della propria professione, sono più di 400, mentre restano imprecisati i numeri relativi al personale ausiliario in servizio in strutture ospedaliere e residenze sanitarie assistite (RSA)». Si sottolinea anche che «l’enorme sacrificio del nostro SSN è stato riconosciuto attraverso la candidatura del corpo sanitario italiano al premio Nobel per la Pace 2021 da parte della Fondazione Gorbachev. Medici, infermieri, farmacisti, psicologi, fisioterapisti, biologi, tecnici, operatori civili e militari tutti, che hanno affrontato in situazioni spesso drammatiche e proibitive l’emergenza Covid-19 con straordinaria abnegazione per contrastare la diffusione della pandemia». È giunto, quindi, il momento di «valorizzare il Sistema Sanitario Nazionale», anche perché, il ministero scrive che ci stiamo «avvicinando faticosamente al superamento dell’emergenza».

Il partner che dovrà dar vita al concorso è stato individuato lo scorso 3 agosto. È l’Associazione italiana design della comunicazione visiva (AIAP). Sarà suo compito dar vita ad «un vero e proprio avvenimento mediatico intorno all’iniziativa e allo svolgimento del concorso per il nuovo logo e la definizione dell’identità visiva del SSN». Purtroppo, i fondi a disposizione non sono molti. Il contributo di questa collaborazione è di soli diecimila euro. Non si sa ancora, invece, come Speranza intenda premiare il brand migliore in grado di rilanciare l’immagine del sistema sanitario. E anche la sua.

 

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