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La furia di Mario Draghi: stracciato il testo con gli aumenti per il Garante della Privacy
Mario Draghi dice no agli aumenti di stipendio per i vertici e per il personale del Garante della Privacy. “Le notizie di stampa riguardanti presunti aumenti di stipendio per i vertici e i dipendenti dell’Autorità del Garante della privacy fanno riferimento a bozze di provvedimenti mai presi in considerazione” il testo della nota arrivato da Palazzo Chigi, che segnala quindi la marcia indietro rispetto a quanto era previsto nel decreto dal titolo “Disposizioni urgenti in materia di investimenti e sicurezza delle infrastrutture, dei trasporti e della circolazione stradale, per la funzionalità del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, del Consiglio superiore dei lavori pubblici e di ANSFISA”.
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Nell’articolo 10 della bozza del decreto Draghi-Giovannini si stabiliva che anche i tre componenti del Collegio - si tratta dei massimi vertici dell’Authority che si occupa della protezione dei dati personali - percepiscano, come il presidente Pasquale Stanzione “un’indennità di funzione pari alla retribuzione in godimento al primo Presidente della Corte di Cassazione, nei limiti previsti dalla legge per il trattamento economico annuo omnicomprensivo di chiunque riceva a carico delle finanze pubbliche emolumenti o retribuzioni nell’ambito di rapporti di lavoro dipendente o autonomo con pubbliche amministrazioni statali”.
Il governo prepara il blitz al Garante della Privacy. Stipendi più alti per tutto il personale, a partire dai vertici dell’Authority che si occupa della protezione dei dati personali. La norma ad hoc è nascosta nella bozza del decreto Draghi-Giovannini per l’ammodernamento delle infrastrutture del Paese. Un provvedimento necessario ad intercettare al meglio la pioggia di miliardi in arrivo dal Pnrr europeo. Lo stipendio del primo presidente di Cassazione è di 311mila euro, ma “i limiti previsti dalla legge” fanno sì che il tetto massimo scenda a 240mila euro, con un aumento per la vicepresidente Ginevra Ferrina Ceroni, per Agostino Ghiglia e per Guido Scorza che sarebbe stato di 80mila euro rispetto agli attuali 160mila annui. Lo stesso articolo 10 prevedeva inoltre l’aumento del 25% della retribuzione per tutto il resto del personale alle dipendenze del Garante: 131 a tempo indeterminato e 3 a tempo determinato. Il personale avrebbe dovuto guadagnare il 100% delle retribuzioni previste all’Agcom. Ma ora Draghi ha evitato un costo complessivo di 4,7 milioni di euro annui a partire dal 2021.