Afghanistan, buonanotte America: il pisolino di Biden in diretta tv specchio degli Stati Uniti di oggi
Ha fatto il giro del mondo qualche pillola del video dell'incontro che si è tenuto venerdì sera nella sala ovale della Casa Bianca fra il presidente Usa, Joe Biden e il nuovo primo ministro israeliano, Naftali Bennet. Era il primo incontro ufficiale fra i due che erano alla guida di paesi certo alleati ma con rapporti da qualche tempo un pizzico freddini. I due dopo essersi parlati si sono concessi ai giornalisti che a dire il vero non erano avidi di notizie sui rapporti israelo-americani, quanto di aggiornamenti dal presidente Usa sulla situazione afghana.
Biden qualcosa ha concesso e poi però ha detto alla stampa che ci sarebbero state altre occasioni per approfondire, e che c'era un dovere con l'ospite israeliano. I due quindi ognuno dal proprio punto di vista hanno illustrato alla stampa il contenuto dei colloqui avuti. Il premier israeliano dopo avere illustrato particolari anche molto interessanti sulla terza vaccinazione Covid in corso a Gerusalemme e dintorni (l'hanno già ricevuta più di 3 milioni di cittadini), si è in effetti un po' allungato nel discorso. Che ha avuto la sua appendice religiosa, con un riferimento alle letture che ci sarebbero state la mattina dopo nelle sinagoghe di tutto il mondo. Bennet ha iniziato a recitare in ebraico (poi traducendo in inglese) un versetto di Isaia che avrebbe dovuto spiegare la storia e l'essenza stessa di Israele.
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E' stato proprio durante quelle citazioni che Biden prima ha chiuso gli occhi come stesse meditandone la profondità e poi chiaramente ha avuto un colpo di sonno. Tutto il resto del discorso del premier israeliano è avvenuto con l'interlocutore a palpebre chiaramente serrate. Bennet se ne è accorto sorridendo e ha chiuso con grande lentezza e tono della voce più forte il suo discorso provando a svegliare il presidente Usa ed evitare ogni imbarazzo, sillabando rumorosamente un “Grazie, signor Presidente. Non vedo l'ora di lavorare con voi ora e per molti anni a venire. Grazie!”.
C'è stato qualche istante di vuoto e di imbarazzo, ma il “Grazie” poderoso di Bennet ha avuto l'effetto che dentro di sé l'israeliano si augurava. Lentamente le palpebre di Biden si sono alzate come una saracinesca un pizzico arrugginita, e come arrivasse da una terra lontana è uscita dalla bocca del presidente Usa una voce ingrugnita che man mano trovava vita: “Bene, grazie. Mi stai dando credito, ma gran parte di questo dovrebbe essere riservato a Barack Obama... A lui spetta ogni merito...”. Frase che da chissà cosa è nata, ma immaginiamo dagli abissi del sonno profondo in cui il povero Joe era per qualche istante piombato.
Buonanotte, America. Quel video di “Sleeping Joe” ( “Joe morto di sonno”, come perfido lo chiamava Donald Trump in campagna elettorale) ha fatto il giro del mondo in poche ore mutando forme e ingigantendosi come accade sul web. Nei paesi arabi è diventato il video di “Biden si addormenta sugli ebrei”. In casa americana non sono mancati esponenti repubblicani ad utilizzarne versioni chiaramente deformate ed esagerate (e non ce ne era bisogno) con membri del congresso che ne chiedevano le dimissioni. In Israele qualche media non tenero con il governo in carica ha cercato di trasformare l'episodio in un affare di Stato, con tanto di umiliazione religiosa annessa. E nel resto del mondo “Sleeping Joe” è stato soprattutto divertimento, scatenando fantasia e meme dove il presidente Usa appariva in fotomontaggi ironici in diversissime situazioni e posizioni un po' come accadde a Bernie Sanders e alle moffolette indossate proprio nel giorno dell'insediamento di Biden.
Avremmo potuto cogliere anche noi questo aspetto divertente, e affidare l'episodio al maestro dell'ironia che i lettori de Il Tempo ben conoscono: Osho. Ma quel pisolino inopportuno è più serio di quel che è apparso. Se non il simbolo è la fotografia più azzeccata della condizione in cui si sta trovando l'America, la potenza che ha guidato l'Occidente: in sonno. Il dramma che ha accompagnato la fuga dall'Afghanistan, la solitudine con cui è stata mal pensata e organizzata, il disastro che ha provocato proprio quando sta per arrivare la ventesimo 11 settembre dall'attacco al cuore dell'America hanno offerto a tutto il mondo il segno di una leadership più che assonnata: debole e assai vulnerabile, ed è rischio assai grosso per tutti. Buonanotte Biden, ma risvegliati America!