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A Roma servono più soldi su trasporti e mobilità: fondi insufficienti. Ridono invece Napoli e Milano

Franco Bechis
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Il documento è stato pubblicato alla chetichella dal ministero dell’Economia e delle Finanze nel cuore del mese di agosto, ed è stato subito un pugno nello stomaco per chiunque abbia a cuore le sorti della capitale. Dall’allegato al Def sul programma per le infrastrutture sdoganato solo dopo avere scritto il Pnrr Roma riesce quasi umiliata dal governo guidato da Mario Draghi, che mette la prima firma sotto le 206 pagine di programmi e tabelle del piano decennale «per cambiare l’Italia». Basta scorrere le tabelle sugli investimenti nelle 14 città metropolitane. Alla capitale di Italia vengono sulla carta destinati 2,84 miliardi di euro di investimenti infrastrutturali, ma di questa somma sono ancora scoperti 427 milioni per cui bisogna trovare i capitoli di finanziamento. Alla città metropolitana di Milano viene destinato il doppio: 5,4 miliardi di euro di investimenti e la cifra scoperta è assai meno rilevante: 81,5 milioni di euro. Tutto il resto è finanziato con vecchie e nuove risorse. Più rilevante ancora la somma destinata alla città metropolitana di Napoli: 6,2 miliardi di euro quasi tutti già trovati visto che resta scoperta solo la somma di 98,9 milioni di euro.

 

 

Una sproporzione evidente, con la capitale di Italia trattata assai peggio di Milano e Napoli e poco meglio di altre città metropolitane di ben diverso rilievo. A Draghi deve essere sfuggito qualcosa, perché anche la qualità dei programmi per Roma non è quella che ci si attendeva e porta evidentissima l'impronta del governo di Giuseppe Conte con il pressing delle idee un po' bislacche della sua maggioranza a trazione pentastellata. Perché nelle poche risorse che ci sono e in un elenco dove gli investimenti più seri (come la terza linea della metropolitana) restano scoperti per un terzo del fabbisogno, invece trovano posto non una ma due funivie per spostarsi fra i quartieri. C’è quella che voleva a tutti i costi Virginia Raggi nel suo programma elettorale e che tanta ironia aveva suscitato: la funivia Battistini-Torrevecchia-Casalotti-Gra interamente finanziata con 109,59 milioni di euro. E c'è il bis della funivia Eur Magliana-Villa Bonelli anche qui completamente finanziata sia pure con un costo meno rilevante: 29,95 milioni. Il piano per lo sviluppo della alta velocità e delle infrastrutture ferroviarie è quello che il M5s rivendicava, con i fari puntati sulla tratta Roma-Pescara che a loro sembrava prioritaria.

 

 

Nelle condizioni in cui si trova oggi la capitale avremmo immaginato fosse il cuore di questo programma, e non la Cenerentola come dimostra la penuria di finanziamenti trovati rispetto al peso della città metropolitana, al numero degli abitanti e all'importanza che ha per il turismo e per tutto il resto del Paese. In una città dove si rischia di finire fra le fiamme di vecchi bus, dove i tram devono marciare a passo d'uomo perché le rotaie non consentono altro, dove si rimediano figuracce come quella appena incassata dall'Eurovision song contest perché non esistono strutture degne di questo nome per i grandi eventi dal governo ci si sarebbe attesi quel cambio di passo rispetto al passato che purtroppo è restato solo vuota propaganda. Un peccato certo. Ma soprattutto un grave errore.

 

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