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Le funivie della Raggi, due progetti appesi a un filo che fanno ridere tutta Roma

Valentina Conti
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Fu la «chicca» della campagna elettorale di Virginia Raggi, la funivia Battistini-Casalotti. Se lo ricordano tutti come un annuncio choc, il progetto per un sistema a fune urbano in grado di collegare Battistini (attuale capolinea della linea A della metropolitana) e la parte fuori del Grande Raccordo Anulare del quartiere Boccea. Anche, se a dirla tutta, fu il sogno di altri sindaci prima di lei – da Walter Veltroni a Ignazio Marino – quello di una funivia capace di alleggerire il traffico di Roma, incubo senza fine. Lunga 3,85 chilometri, con una cabinovia molto simile a quelle già usate nelle località sciistiche nel resto d’Italia, con sette stazioni previste in quel dell’Urbe: Battistini, Acquafredda, Montespaccato, Torrevecchia, Campus, Collina delle Muse-Gra e Casalotti. Roma come Lisbona, Roma come Rio de Janeiro, si disse. Il cavallo di battaglia della sindaca Cinque Stelle della Città Eterna fece comunque tanto parlare di sé. Nata sull’onda delle polemiche tra comitati di quartiere e gli sfoghi di singoli cittadini via social, oltre che sul sarcasmo delle opposizioni, passò pure per la storica gaffe della Raggi, che a febbraio scorso, rispondendo ad uno dei tanti utenti che commentarono la notizia dell’approvazione in Giunta del progetto di fattibilità, dichiarò come fosse smontabile all’occorrenza. Sì, testuali parole («Qualora non dovesse più servire si smonta e si può rimontare da un’altra parte»), che non sfuggirono al blog «Odissea Quotidiana», in prima linea sulle vicende del trasporto pubblico cittadino, il quale non perse la chance di postare lo screenshot, ironizzando: «Quindi la fanno con i Lego?». Risate, prese di posizione, studi e fantasie ad occhi aperti per il futuro, in un unico calderone.

 

 

Andando a ritroso, a dicembre 2020, si scoprì che il progetto della prima cittadina pentastellata non viaggiava per niente in solitaria. Ma che si pensava pure ad una funivia che attraversa il Tevere. Un impianto a fune sospesa in grado di collegare l’Eur con Villa Bonelli. «Le funivie – ricordò la sindaca in quell’occasione - vengono utilizzate in tutto il mondo perché funzionano». «Per questo – spiegò - le vogliamo realizzare anche nella nostra città. E non solo nel quadrante nord della Capitale». Insomma, due funivie. Fu così, infatti, che apparve il sistema «a fune sospesa», lungo circa 916 metri, previsto tra la stazione ferroviaria di Villa Bonelli e quella della stazione Eur Magliana, con una fermata intermedia vicino piazza Certaldo a Magliana. Googlando il termine «funivia», abbinandolo alla Raggi, si trovano paginate di commenti al vetriolo su quella che è stata ribattezzata la sua «follivia», con persino stime certosine del calcolo dei percorsi che mettono in evidenza il non risparmio di tempo sulle tratte interessate rispetto all’impiego dei mezzi pubblici. Complicazioni conseguenti all’immaginare la Caput Mundi appesa a un filo.

 

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