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Elezioni, Enrico Michetti vola nei sondaggi e stacca gli avversari. Giuseppe Conte cola a picco

Marcello Grimaldi
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Il 3 ottobre, data delle prossime elezioni amministrative, è da tempo cerchiato in rosso nelle agende delle segreterie dei partiti. Nonostante nei palazzi della politica si respiri ancora un clima estivo, manca poco più di un mese alla tornata d’autunno che come sempre avrà respiro e conseguenze nazionali; in questa circostanza probabilmente ancora di più perché il voto, assieme all’elezione del successore di Sergio Mattarella al Quirinale, saranno determinanti per disegnare l’assetto politico-istituzionale del paese che verrà nei prossimi anni. Un sondaggio di Lab2021 realizzato in esclusiva per Affari Italiani fotografa la situazione delle grandi città che andranno al voto prima di entrare nella fase calda della campagna elettorale, che vedrà, presumibilmente, il pieno coinvolgimento di tutti i leader nazionali, misurati anche loro dagli autori della statistica. Partendo dalla capitale, Enrico Michetti è dato per favorito, con una forbice tra il 29,9% e 33,9%, sul già ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, sostenuto dal Pd, che non va oltre il 26,2%. Ancora più indietro la prima cittadina uscente Virginia Raggi, ferma tra il 19,8 e il 23,8% e il combattivo Carlo Calenda, accreditato di una "forchetta" tra il 14,3 e il 18,3%.

 

 

A Torino, netto il vantaggio del leghista Paolo Damilano, tra il 41 e il 45,2%, che potrebbe regalare a Salvini la vittoria al primo turno, consegnando per la prima volta il capoluogo piemontese al centrodestra. Il Partito Democratico spera, ove si andasse al ballottaggio, di incassare l’appoggio del Movimento 5 Stelle che ha amministrato la città in questi cinque anni, per il suo candidato Stefano Lorusso fermo tra il 37,4 e il 41,4%. Fuori dai giochi la pentastellata Valentina Sganga con percentuali che oscillano tra l’8 e il 12% circa. A Milano in testa l’uscente Beppe Sala con una stima tra il 43,8 e il 47,8%, segue il candidato del centrodestra Luca Bernardo, dato tra il 41,1 e il 45,1%. Il Movimento 5 Stelle con Layla Pavone raccoglie un magro 4,4/6,4%. Napoli anche sorridere ai Dem, con il vantaggio di Gaetano Manfredi, che raccoglie il 39,7-43,7% dei napoletani mentre il suo competitor Catello Maresca non va oltre il 24,3%. L’alleanza giallorossa non sembra risentire della dispersione di voti cagionata dall’inossidabile ex sindaco e presidente di Regione, Antonio Bassolino, ancora votato da uno zoccolo duro collocato tra il 14% e il 18%. Nella "rossa" Bologna poche sorprese: Matteo Lepore, che beneficia di uno dei rari accordi tra Dem e 5 Stelle, è in netto vantaggio su Fabio Battistini del centrodestra: 54,3-58,3% contro 30,9-34,9%. Se le urne confermassero questi numeri renderebbero il ballottaggio superfluo.

 

 

Infine il borsino dei leader (escluso Mario Draghi rilevato a parte con il governo): male Antonio Conte, atteso da un autunno particolarmente caldo, con la prospettiva di un magro bottino alle amministrative. Nell’ex premier solo il 38,1% degli intervistati ripone fiducia. Ancora peggio Enrico Letta che convince il 36,9%. In testa il Generale Figliuolo con il 55,6% e il ministro della Salute Roberto Speranza con il 43,5%.

 

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