Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

Mario Draghi si beffa di Roma e copia il programma di Giuseppe Conte nel piano infrastrutture

Alessio Buzzelli
  • a
  • a
  • a

Lo scorso 29 luglio il Consiglio dei Ministri del Governo Draghi ha approvato il cosìddetto Allegato Infrastrutture al DEF (documento di Economia e Finanza). Un documento programmatico di grande importanza, in cui vengono descritte nel dettaglio le scelte del Governo in materia di mobilità e infrastrutture pubbliche per i prossimi 10 anni: «Dieci anni per trasformare l’Italia - si legge nel sottotitolo del documento redatto dal MIMS (Ministero infrastrutture e Mobilità Sostenibile) -: Strategie per infrastrutture, mobilità e logistica sostenibili e resilienti, per il benessere delle persone e la competitività delle imprese, nel rispetto dell’ambiente». Oltre 200 pagine di opere e progetti previsti per tutto il Paese, molti dei quali sostanzialmente identici a quelli squadernati all’interno del PNRR preparato dal precedente Governo, quello di Giuseppe Conte: chi si aspettava proposte di rottura da parte dell’esecutivo attuale, dunque, rischia di rimanere deluso, soprattutto per ciò che riguarda la Capitale. Anche perché le linee guida sono rimaste le stesse, ovvero quelle dettate dal Green Deal europeo e forgiate sulla base dei concetti di «ripresa», «resilienza» e «sostenibilità» contenuti nel piano «Next Generation Eu», da cui peraltro dovrebbero arrivare parte delle risorse da impiegare nel completamento delle opere previste. Sono comunque tanti e ambiziosi i progetti per Roma contenuti nel documento, anche se per alcuni di essi mancano ancora all’appello diverse centinaia di milioni di euro: dall’alta velocità della ferrovia Roma-Pescara al potenziamento del trasporto pubblico locale, fino ad arrivare alle ormai famose «funivie cittadine» e alla costruzione di nuovi tratti autostradali, i progetti non mancano. Vediamoli nel dettaglio.

 

 

LE FERROVIE - Tra gli interventi definiti nell’allegato come «prioritari per lo sviluppo del Paese» ci sono quelli relativi al rilancio del trasporto ferroviario, soprattutto di quello regionale e metropolitano, al fine di renderlo capace, in nome della sostenibilità, di competere ad armi pari con l’utilizzo dell’auto privata. In particolare, per la Capitale è previsto, tra le altre cose, un «upgrading infrastrutturale» del nodo di interscambio della stazione Tiburtina, il potenziamento delle linee dei Castelli Romani e il raddoppio della linea Roma-Viterbo. Il costo stimato degli interventi si aggira intorno ai 3miliardi e 300mila euro: se 1 miliardo e 700mila euro sono già stati stanziati, mancano però all’appello oltre 1milardo e 600mila euro necessari per il completamento dei lavori. Per il potenziamento della Roma-Pescara e la sua trasformazione in ferrovia ad alta velocità, invece, secondo il calcolo del MIMS, restano ancora da trovare ben 2milardi e 900mila euro (anche se l’intervento, al momento, risulta «commissariato»). L’importo complessivo di quasi 4miliardi, infatti, è coperto solo in minima parte dai 352milioni di euro stanziati da CDP e RFI e dai 620milioni provenienti dalle risorse europee messe a disposizione dal Next Generation EU.

 

 

TRM- TRASPORTO RAPIDO DI MASSA - Nel piano del Governo grande importanza ricopre lo sviluppo della mobilità delle «Aree Metropolitane», tra cui rientra ovviamente anche Roma, il cui sistema di trasporto dovrà svilupparsi, secondo quanto stabilito, in «un’ottica di sostenibilità economica, sostenibilità ambientale e sostenibilità sociale». Gli interventi di questo tipo previsti per la mobilità della Capitale sono diversi, a partire dalle metropolitana fino ad arrivare alle funivie urbane e alla rete tranviaria: il costo totale stimato dei progetti è di 2milardi 845milioni di euro, quasi tutti già finanziati (restano ancora da trovare 427mila euro, anche se presto dovrebbe arrivare un ulteriore finanziamento di quasi 3miliardi, proveniente in parte dal PNRR - NGEU, in parte da fonti nazionali). Per l’acquisto di 5 nuovi treni per la metro A e 12 per la metro B, ad esempio, sono stati stanziati 130milioni di euro su un importo complessivo di 163milioni (ne mancano 33 quindi), mentre i 36milioni previsti per 4 nuovi treni destinati alla linea C sono già tutti disponibili. Così come sono finanziati del tutto gli oltre 158milioni di euro destinati all’acquisizione di nuovo materiale rotabile per la rete tranviaria e i 400milioni stanziati per i lavori che dovrebbero trasformare l’obsoleta ferrovia Roma Lido in una più moderna metropolitana. Anche per le due funivie i soldi dovrebbero essere già tutti finanziati: 29milioni di euro per la funivia EUR Magliana-Villa Bonelli e 109milioni per quella Battistini-Torrevecchia-Casalotti. Per quanto riguarda invece il completamento delle linee Trm in esecuzione (in questo caso la realizzazione della tratta T3 della linea C della metropolitana), il reperimento delle risorse sembra essere assai meno semplice, dal momento che secondo le tabelle dell’Allegato al DEF mancherebbero all’appello quasi 350milioni di euro su un importo complessivo di poco più di 1miliardo di euro.

PORTI E AUTOSTRADE - Nel primo paragrafo del terzo capitolo, intitolato «Gli scenari internazionali e la politica europea per i trasporti», il documento stilato dal MIMS affronta le strategie «di lungo periodo per il perseguimento di uno Spazio Europeo Unico dei trasporti, all’interno del quale siano raggiunti target ambiziosi volti alla sicurezza, decarbonizzazione, digitalizzazione e sostenibilità», al fine di «incentivare il trasferimento modale verso modalità di trasporto più sostenibili». All’interno di tali strategie dovrebbe rientrare anche la Capitale, con il porto di Civitavecchia e l’autostrada Roma-Teramo, entrambi inclusi nella «rete di rango Core». Il primo, in quanto «porto della città di Roma», sarà un «nodo Centrale della Rete Trans-Europea di Trasporto» tale da garantire il «giusto supporto ad un contesto economico che ruota attorno ai flussi da/per la Città Metropolitana di Roma»; la seconda, individuata come «una connessione orizzontale mancante», sarà potenziata in quanto «capace di collegare la direttrice costiera tirrenica e quella adriatica», collegamento ritenuto dal documento come fondamentale per la mobilità italiana ed europea.

 

Dai blog