Enrico Letta ha paura dell'uomo nero e obbedisce alla sardina Santori su Bignami
Alla fine per porre il veto sulla presenza di Galeazzo Bignami alla festa dell'Unità di Bologna si è mosso addirittura il segretario del Pd Enrico Letta, costretto in qualche modo a intervenire di fronte alla marea montante di polemiche e all'aut aut arrivato, in particolare, dal leader delle Sardine e candidato Pd alle Comunali Mattia Santori, che si era detto indisponibile a dividere il palco don il deputato di Fratelli d'Italia. Crocifisso per la foto risalente al suo addio al celibato nel 2005 in cui indossava un'uniforme nazista. Una goliardata per cui fu «assolto» nel 2018, quando partecipò a un dibattito a una festa del Pd a Ravenna, ma chiaramente imperdonabile in piena campagna elettorale.
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«Vogliamo discutere con tutti di riforme istituzionali perché esse riguardano le regole di ingaggio della democrazia. Ma chi inneggia al nazismo non può essere accolto nella nostra comunità» avrebbe sostenuto Letta con i fedelissimi. La decisione è stata accolta con un'ovazione dagli esponenti locali del Pd, mentre sono piovute critiche sui Dem tanto dagli esponenti di Fratelli d'Italia, solidali con il collega deputato, tanto da esponenti della maggioranza di governo. Per il ministro Giancarlo Giorgetti «è sbagliato escludere. Io sono sempre andato in ogni luogo in cui mi hanno invitato». Mentre per l'ex ministro Gianfranco Rotondi «l'attacco del leader delle sardine a Galeazzo Bignami rende perfettamente l'idea del fascismo: quello di Santori, ovviamente».
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Dal canto suo Bignami - già in passato vittima di aggressioni a Bologna per le sue idee politiche - aveva deciso inizialmente di non commentare l'accaduto, per poi intervenire in serata con una nota: «Grazie al clima di odio creato ad arte dai soliti noti, qualche imbecille ha appeso in pieno giorno un cartello intimidatorio alla vetrata della prossima sede di Fratelli d'Italia a Cesena. Ovviamente non ci faremo intimidire ma ci aspettiamo che chi ha contribuito a fomentare questo clima almeno senta il dovere di condannare questo ignobile gesto».
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