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Risanarla per farla restare pubblica, la ricetta Michetti per Atac

Marcello Grimaldi
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La giornata di ieri del candidato sindaco di Roma Enrico Michetti si è sviluppata nel segno dei trasporti. L’uomo scelto dal centrodestra per riconquistare il Campidoglio, dopo il quinquennio di Gianni Alemanno, è molto sensibile a uno dei tradizionali macrotemi su cui si giocano le campagne elettorali e, se eletti, si determina il futuro politico di un primo cittadino della Capitale. Gli spunti vengono dall’ennesimo incendio di bus, avvenuto questa volta in una rimessa dell’Atac con la distruzione di tre mezzi.

«L’autobus da cui è partito l’incendio sarebbe potuto andare a fuoco mentre era in servizio, come è già successo, con conseguenze molto più gravi», ha vergato Michetti in un lungo post su Facebook. «Quando un fenomeno come quello degli autobus che prendono fuoco ormai si ripete ciclicamente - ha proseguito - e in maniera consistente, significa che non si è ancora venuti a capo del problema. Visto che non ci è dato conoscere ciò che si sta facendo per risolvere questa infernale criticità ormai, dopo anni sorge il dubbio che il grave problema non inquieti a sufficienza gli attuali gestori o venga ritenuto un male minore a cui occorre soggiacere».

 

 

 

 

 

Il focus del post si sposta poi sulle sorti di Atac: «Credo che il fenomeno degli incendi dei bus vada preso di petto con rigore, svolgendo prima un’adeguata attività istruttoria e successivamente apprestare i rimedi tecnici logistici e amministrativi necessari alla definitiva rimozione della criticità. Anche perché gli incendi, oltre al danno al servizio di trasporto e all’ambiente, creano danni alle finanze della società e alla sua immagine. Se qualcuno avesse intenzione di utilizzare gli incendi per svendere Atac a qualche speculatore ha sbagliato indirizzo. Atac resterà interamente pubblica e dovrà essere risanata, rilanciata e ripianificata attraverso un progetto di sviluppo di servizi per la mobilità del cittadino e del turista» conclude Michetti.

Anche le sorti della compagnia del trasporto aereo stanno a cuore al prof, consapevole che il destino di Alitalia è strettamente connesso con Roma. «Stanno liquidando la nostra compagnia di bandiera - l’incipit del pensiero di Michetti, affidato ancora ai social - Ogni anno invocano mille esuberi, mille licenziamenti per rilanciare l’azienda. Un grande vettore aereo ha possibilità di crescere e prosperare se lo si inserisce in un grande progetto di sviluppo del turismo».

Infine la sua ricetta per rilanciare il settore: «Aumentando il numero dei turisti ci sarebbe automaticamente un rilancio della compagnia di bandiera interamente pubblica, con la conseguente salvaguardia dei posti di lavoro. Più turisti significherebbe più opere, più eventi, più commercio, più servizi, più forniture e più lavoro».

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