che vergogna
Incredibile De Gregorio: ignora la Lamorgese e mette in croce l'imprenditore rovinato dal rave
Piero Camilli è l'imprenditore proprietario dei terreni agricoli intorno al Lago di Mezzano che sono stati invasi per giorni da migliaia di giovani che violando le leggi sanitarie e la proprietà privata hanno organizzato un rave lì. Quei terreni sono stati devastati, i cani degli sballoni hanno perfino sbranato cinque sue pecore, i danni sono per decine di migliaia di euro.
Giovedì sera su La7 Camilli è stato collegato in diretta a In Onda, la trasmissione condotta da Concita De Gregorio e David Parenzo. Avremmo immaginato per ricevere solidarietà in tv mentre si faceva un liscio e busso al ministro dell'Interno, Luciana Lamorgese, responsabile di questa incredibile vicenda e ancora peggio silente per lunghi giorni. Invece è accaduto il contrario. La vittima è stata presentata come sindaco di Grotte di Castro, e in effetti svolge anche quella funzione. Ma non è nel territorio di quel paese che si è svolto il rave (i terreni ricadono infatti sotto il comune di Valentano). E con una durezza incredibile in una delle peggiori pagine tv che si ricordino la vittima - il Camilli - è stata scambiata per il carnefice, mentre quasi sono sembrati assolti quei ragazzi che in fondo non “avevano cattive intenzioni”.
Ecco il verbale del mostruoso processo alla vittima. Ha iniziato Concita così: “Scusi sindaco, ma lei queste persone che non erano tre o quattro, ma erano diverse migliaia, non aveva sentore che stessero arrivando? Sono comparse nella notte? Non c'era sentore che stessero arrivando, qualche rumore, qualche voce? Proprio niente?”. Il poveretto le risponde: “No, assolutamente”. Concita, inquisitoria: “Come l'invasione delle cavallette sono arrivati nell'arco di una notte...”. Allora affonda anche il pm in seconda, David Parenzo: “Non è che arrivano tutti insieme, però, scusi...”. E Camilli lì ancora mite a difendersi invece di mandare entrambi a quel paese magari insieme ai 10 mila del rave. Ma nulla, Concita è implacabile: “Sindaco, la cosa incredibile è che non ci siano stati segnali. Perché per organizzare una cosa del genere con 10 mila persone, adesso non ci vuole la Cia, non ci vuole l'intelligence, ci saranno stati gruppi, ci sarà stata Telegram... Sa la gente mormora, passa di bocca in bocca... Magari qualcuno nell'area vasta della sua comunità poteva avere sentito dire che stavano arrivando. O nessuno?”.
Ancora Camilli a difendersi: “No, qui nessuno se ne è accorto prima”. E giù l'ennesima botta della De Gregorio: “No, ma dico... Questo è molto preoccupante, perché se 10 mila persone possono arrivare da un momento all'altro in qualunque posto senza che nessuno se ne accorga, lei capisce che se fossero stati realmente malintenzionati...”. Vorremmo vedere quella grinta invece che nei confronti di un poveraccio (che appunto era la vittima della vicenda), magari di fronte a un potente vero come la Lamorgese. O la furia da pm in questo caso svanisce?