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Arrivano i soldi del Recovery Fund, all'Italia i primi 25 miliardi

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L’Europa stacca il primo assegno all’Italia. Sono arrivati dalla Commissione europea i primi 25 miliardi del Recovery Fund da destinare al rilancio dell’economia e alla ripresa del Paese. Complessivamente l’Italia dovrebbe ricevere 191,5 miliardi. Di questi, il 37% andrà alla lotta al cambiamento climatico. Per rendere il paese più verde e sostenibile il governo ha infatti previsto una serie di azioni, per otto ambiti di intervento, tra cui decarbonizzazione e mobilità sostenibile, miglioramento della qualità dell’aria e dissesto idrogeologico. Nel dettaglio, in merito al contrasto alla Co2 il piano prevede che le tappe della decarbonizzazione siano scandite dagli impegni europei "net zero" al 2050 e riduzione del 55% al 2030 delle emissioni di CO2 rispetto al 1990.

In merito ai trasporti, il documento si prefigge di riportare la mobilità all’interno di un quadro sostenibile, con almeno 6 milioni di veicoli elettrici in Italia entro il 2030. Predispone poi una serie di misure per rispettare gli obiettivi di riduzione degli inquinanti al 2030 per un miglioramento della qualità dell’aria. Un’attenzione particolare andrà riservata all’impiego di biomasse e bioenergie, neutre dal punto di vista climatico ma potenzialmente dannose per la salute, e a una progressiva riduzione delle emissioni del settore agricolo (come l’ammoniaca).

 

 

 

 

Per quanto riguarda il contrasto al consumo di suolo e al dissesto idrogeologico, l’obiettivo è arrivare a un azzeramento del consumo entro il 2030, sia minimizzando gli interventi di artificializzazione, sia aumentando il ripristino naturale delle aree più compromesse, quali gli ambiti urbani e le coste. Per la tutela delle risorse idriche e delle relative infrastrutture, entro il 2026, gli interventi previsti dal Pnrr, per 4,3 miliardi di euro, intendono potenziare infrastrutture di approvvigionamento idrico primario, reti di distribuzione, fognature e depuratori, soprattutto nel Meridione; digitalizzare e distrettualizzare le reti di distribuzione; ridurre del 15% le dispersioni in 15.000 km di reti idriche (oggi pari al 42%), e ottimizzare i sistemi di irrigazione nel 12% delle aree agricole.

Sul fronte del ripristino e del rafforzamento della biodiversità, in linea con la strategia europea, si prevede un consistente potenziamento delle aree protette, dal 10 al 30%. A tutela del mare, gli obiettivi di conservazione prevedono di portare al 30% l’estensione delle aree marine protette, di cui il 10% con forme rigorosa di protezione entro il 2030. È prevista inoltre dal piano la promozione dell’economia circolare, della bioeconomia e della agricoltura sostenibile. L’obiettivo è di promuovere una economia circolare avanzata e di conseguenza una prevenzione spinta della produzione di scarti e rifiuti (-50%) entro il 2040.

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