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Migranti, quel silenzio di Mario Draghi sui profughi che sconcerta l'opinione pubblica

Francesco Storace
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Il silenzio di Mario Draghi sul tema immigrazione rischia di provocare enorme sconcerto nella pubblica opinione. Il presidente del Consiglio non può restare inerte di fronte a quello che succede: anche per lui c’è il dovere di prendere atto dell’assalto alle coste italiane, a partire da una Sicilia martoriata, e pretendere iniziative concrete dal ministro dell’Interno, che purtroppo è ancora Luciana Lamorgese.

Matteo Salvini ha chiesto al premier di convocare rapidamente un vertice a quattro anche con il sottosegretario Nicola Molteni, ma la cosiddetta responsabile del Viminale non vuole. E anzi fa sapere che con Molteni non intende avere contatti. Ma si può tollerare una situazione del genere? Chi ha la responsabilità della sicurezza del popolo italiano ha innanzitutto il dovere dell’equilibrio. Che ce ne facciamo di una ministra che si offende se le si muovono critiche? Il reato di lesa maestà è roba d’altri tempi.

Ancora ieri sono sbarcati 400 clandestini, 255 dirottati a Pozzallo dalla Ocean Viking, altri 147 in varie ondate tra barconi e barchette sull’isola di Lampedusa.

Sperando che la conta dei positivi al Covid-19 non registri guai, è evidente che così non si può andare avanti. Certo, i migranti non hanno bisogno di green pass per entrare nel colabrodo chiamato Italia, ma continuano ad arrivare in troppi.

Se si prosegue con l’attuale inerzia, raggiungeremo quota cinquantamila ingressi in Italia. Nel 2020 furono 34mila, cifra già raggiunta in queste ore. E più partenze dall’Africa significa più sbarchi e anche più morti, come denuncia Molteni, “anche se non lo dice nessuno”.

E il leader della Lega ha buon gioco a evidenziare – con toni sempre più forti – l’assenza della Lamorgese. Le nostre coste sono assediate dagli sbarchi illegali, ricorda Salvini, mentre lui a settembre andrà a processo a Palermo “per aver difeso i confini”.

E questo non fa che ingigantire la rabbia dei leghisti, che al governo non vogliono fare da spettatori inermi ad un’emergenza sottovalutata proprio da chi guida il Viminale.

Con in più un’incredibile coincidenza con proposte irricevibili soprattutto in questo momento come lo Ius soli. Se ne fa portatore come al solito Enrico Letta e lo spalleggia proprio la Lamorgese. Cioè, quello che non sono riusciti ad ottenere col governo Conte 2 ora lo pretendono da Salvini. Come si dice, se non son matti non ce li vogliamo.

Ma bisogna muoversi e in fretta almeno per una risposta italiana all’assalto migratorio. A Draghi va dato senz’altro atto di aver sollevato la questione a livello europeo, ma a Bruxelles non si sono sentiti certo cori solidarietà reale con il nostro Paese.

Bisognerà fare da soli, dunque, senza perdere altro tempo. Sì, presidente, quel vertice va convocato velocemente. Serve dare una raddrizzata alle politiche seguite dal Viminale di fronte al flusso continuo di immigrati irregolari a cui nessuno fa più rispettare le leggi italiane. E questo è responsabilità del ministero dell’Interno e anche dell’intero governo Draghi. Che non è l’esecutivo di Enrico Letta.

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