pd in rivolta
Quegli auguri a Conte costano caro ad Enrico Letta, che continua a prendere pesci in faccia
Povero Enrico Letta. La rivolta della base del Pd per quei suoi auguri a Giuseppe Conte dopo il noto plebiscito in casa pentastellata, sembra incontenibile e lo insegue ovunque. Pesci in faccia. Proprio non doveva felicitarsi, perché non ha capito che nel suo partito democratico l’ex premier trasformato pure in capo dei grillini – se ancora lo sono – è inviso ai più per le troppe bugie che ora cominciano ad essere denunciate.
Il segretario del Pd, nella scia del punto di riferimento dei progressisti con cui sia Nicola Zingaretti che Goffredo Bettini avevano osannato Conte, pensa che ripetere la stessa solfa fosse gradito. Nemmeno per idea ed è stato bersagliato dai fischi social.
E a Siena – dove va ogni tanto per tentare di farsi eleggere deputato nelle suppletive che si terranno a ottobre – si è trovato di fronte il solito nugolo di giornalisti che gli hanno chiesto conto delle critiche per i suoi auguri al nuovo presidente M5s.
“Non capisco come si possa criticare un tweet per fare l’in bocca al lupo ad un altro leader che viene scelto da un altro partito come proprio leader”. Non capisce, dice Enrico Letta, e si vede. Per lui scrivere quelle felicitazioni è stato naturale e molti gli hanno ricordato che nel Pd i segretari si scelgono con le primarie (anche se a lui è bastata l’assemblea nazionale blindata): “Complimenti e un grande in bocca al lupo da tutti noi a Giuseppe Conte per l’elezione a presidente del Movimento 5 Stelle”. Quale elezione, Enrico Letta? Contro chi ha combattuto Giuseppe Conte? Democrazia? E’ il mantra di questi giorni da cui il segretario non riesce a divincolarsi. Sullo sfondo c’è il tema delle alleanze. Ostile a Matteo Renzi, Letta approfitta ogni giorno per inchinarsi ai Cinque stelle. Il che è un errore proprio nel collegio di Siena, dove Italia Viva detiene un bel gruzzolo di voti…