scontro ius soli

Pensi a fermare gli scafisti, Salvini striglia la Lamorgese

La Lega tiene vivo lo scontro sulla gestione dei migranti e torna ad attaccare il Viminale. Questa volta è lo Ius soli sportivo - caldeggiato da Giovanni Malagò dopo i successi della squadra olimpica a Tokyo 2020 - il casus belli con il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, pronta ad accogliere l’appello del capo del Coni: «Quando vediamo questi ragazzi delle Olimpiadi che hanno onorato il nostro Paese viene da pensare che le parole di Malagò abbiano un senso. La politica dovrà fare i suoi riscontri e spero che si arrivi ad una sintesi. Questi ragazzi devono sentirsi parte integrante della società», scandisce intervistata dal direttore de La Stampa Massimo Giannini.

Parole che fanno saltare sulla sedia Matteo Salvini che va subito al contrattacco: «Invece di vaneggiare di Ius Soli, visto che con la legge vigente siamo il Paese europeo che negli ultimi anni ha concesso più cittadinanze in assoluto, il ministro dell’Interno dovrebbe controllare chi entra illegalmente in Italia. Ci sono decine di migliaia di sbarchi organizzati dagli scafisti, senza che il Viminale muova un dito».

  

 

 

 

 

 

 

Il capo del Viminale non ci sta e a stretto giro serve la replica al vetriolo: «Salvini evidentemente non ha ben chiare quelle che sono le difficoltà che stiamo vivendo quotidianamente, ma se ci sono iniziative che non abbiamo adottato e lui ci può suggerire per bloccare gli arrivi via mare io li raccolgo volentieri». Il segretario del Carroccio tuttavia non molla. Il tema degli sbarchi è il fiore all’occhiello della sua campagna elettorale perenne e non intende lasciarlo cadere nel vuoto. Qualche giorno fa Salvini era tornato sul tema lanciando un ultimatum al governo: «Il problema va risolto entro agosto o per la Lega sarà difficile sostenere» l’esecutivo. Per poi ammorbidire: «Lamorgese si deve dare una mossa. Ma Draghi riuscirà a svegliarla, sono ottimista». E dalla Lega il pungolo è costante.

Anche sulla questione green pass, Salvini non manca di evidenziare quelli che, secondo lui, sono le "debolezze" dell’azione del suo successore sulla gestione dei migranti. «Lamorgese annuncia "controlli a campione" nei bar e nei ristoranti. Quanto dobbiamo aspettare per "controlli a campione" anche nei porti e ai confini?», attacca. Lamorgese però tira dritto: «Molti degli sbarchi sulle coste siciliane sono autonomi e noi non possiamo fermarli. Il contrasto dell’immigrazione via mare è molto diverso da quello via terra». E poi manda un messaggio al leghista: «L’emergenza ci sarebbe se rimanessero tutti in Sicilia, cosa che non è perché dopo la quarantena vengono distribuiti nel territorio. Le navi hanno preservato i territori dal rischio di eventuali contagi, le terremo anche nella seconda metà dell’anno».