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Il potere politico piace a tutti, anche a Mario Draghi: il piano tra Governo, Quirinale e Unione Europea

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Resta un alone di mistero sul futuro di Mario Draghi, con numerose ipotesi che vengono messe in campo dagli analisti della politica. Le due strade principali a breve termine sono due e riguardano la possibilità di restare a Palazzo Chigi o di andare a sostituire Sergio Mattarella al Quirinale: il mandato del Presidente della Repubblica scade all’inizio del 2022 e una parte del Parlamento vorrebbe un avvicendamento tra i due. Dall’altra parte però, riferisce La Stampa, c’è un movimento che desidera un Draghi al Governo fino alla scadenza naturale della legislatura, in modo da portare avanti le varie riforme in programma e di utilizzare al meglio i soldi in arrivo dall’Unione Europea grazie al Pnrr. 

 

 

Un segnale sulla possibile preferenza dell’ex banchiere centrale europeo si può estrapolare dalle parole riferite ai ministri: “Tornate dalle vacanze sempre più determinati, in vista dei molti provvedimenti che abbiamo in programma”. Un messaggio che fa sottointendere una lunghezza ancora ampia del suo mandato da Premier. Draghi sente di avere ancora energie da spendere in un ruolo di prima linea come quello del capo di un governo, in grado di incidere maggiormente sui cambiamenti del Paese. Un ruolo che, a detta di tutti gli osservatori politici che lo frequentano, sta vestendo con piacere e che scadrebbe nel 2023. Dopo tale data gran parte dei partiti sarebbero d’accordo di votarlo come presidente della Repubblica, magari dopo un prolungamento light del mandato di Mattarella.

 

 

La vera incognita sull’avvenire è l’Unione Europea. Nel 2024 saranno infatti nominati il presidente della Commissione europea e il presidente del Consiglio europeo: entrambe le cariche stuzzicano, e neanche poco Draghi, che avrebbe il tempo giusto per prepararsi al grande salto internazionale. Da una di quelle poltrone guiderebbe l’Europa nella nuova fase post-Merkel. Un’idea che ronza e non poco nella testa di SuperMario.

 

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