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Corsa al Campidoglio, parla Enrico Michetti: "Asili, case e servizi prima ai romani"

Il candidato del centrodestra e l'obiettivo sicurezza: "Più commissariati, meno campi rom"

Francesco Storace
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«Comincia una nuova fase» dice sibillino Enrico Michetti, «se vogliono una campagna colpo su colpo, questi signori avranno sempre una risposta puntuale sui contenuti e sul programma». Il candidato sindaco di Roma indicato dal centrodestra non pare arrabbiato quando dice queste cose: «Semmai si arrabbieranno loro».
Che intende?
«Ci sarebbe da scrivere un libro su ciò che hanno promesso e non mantenuto, su chiacchiere e giravolte. Dopotutto loro sono al governo nazionale, regionale e capitolino e quindi responsabili della situazione attuale. Sono stati già visti all’opera».
Sta dicendo che comincia a rispondere colpo su colpo?
«È un semplice invito a non buttarla in rissa e sul piano degli insulti. I romani hanno diritto di capire come sarà il loro futuro, basta con la confusione».

 

Avvocato, e nel futuro che fine fa l’antica Roma, tanto per sdrammatizzare?
«Guardi, non lo decidiamo noi, ma lo ha stabilito la storia il ruolo della città eterna. E nemmeno i miei avversari riusciranno a cancellarne l’impronta. Quella storia ce la portiamo nei nostri monumenti: invece di denigrarla la studino e la spieghino ai turisti che vengono ad ammirarla da tutto il mondo. Roma può vivere di turismo e cultura: basta studiare, pianificare e investire».
Come sarà Roma domani con Michetti sindaco?
«L’assessorato al Bilancio dovrà raggranellare le risorse per un piano Marshall. E ovviamente la sua parte dovrà farla lo Stato. Porterò il consenso di milioni di romani a Palazzo Chigi, Roma deve avere una via preferenziale nel Recovery Plan. Finora è stata stanziata una cifra misera. Inoltre, bisogna puntare sui grandi eventi come Giubileo, Expo e Olimpiade perché portano investimenti straordinari. Rinunciare a Roma 2024 è stato un delitto».

 

Che vuol farci con quei soldi?
«Portare nelle periferie servizi, illuminazione, decoro e trasporti pubblici. Nel piano regolatore che sogno deve esserci spazio per i commissariati e non per la delinquenza, per il verde e non per i rifiuti, per il sociale e non per l’isolamento dei quartieri e dei cittadini. Punto molto sulle metropolitane perché risolvono alla radice i problemi di inquinamento, traffico e parcheggio».
Ho sentito la parola rifiuti.
«È la principale e triste eredità che ci lasciano Regione e Comune. E quando parlo di dialogo immagino un serrato confronto col territorio. Se un quartiere si deve far carico di un problema essenziale per Roma gli devo restituire più servizi che altrove. Si chiama etica della responsabilità. E i nostri primi atti di governo partiranno da qui».
Le chiederanno dove…
«Troppo facile, lo diranno quelli che vogliono la canizza. Io propongo un metodo e su quella strada governerò».
Welfare: ci sarà finalmente l’accesso prioritario ai servizi per i cittadini italiani?
«Assolutamente sì, compatibilmente con le norme. Il welfare cittadino spetta anzitutto a tutti i romani in difficoltà. Serve controllare che non ci siano abusi e garantire risposte certe e rapide. Ad esempio sulle graduatorie dei nidi, o su quella delle case popolari, praticamente ferme, mentre famiglie in difficoltà e giovani coppie nate e residenti a Roma non hanno un alloggio. E non possono realizzare il loro sogno di formare un nucleo familiare. Sia chiaro però che per avere i diritti bisogna rispettare le leggi e i doveri. I casi dei finti nullatenenti sono inaccettabili».
C’è anche la questione sicurezza nel suo programma.
«Certo e quando dico tolleranza zero voglio cominciare con i fatti. La prima azione di bonifica dovrà riguardare le stazioni Termini e Tiburtina e tutte le piazze di spaccio tristemente note. Vorrei collaborazione massima con le autorità e tutte le forze dell'ordine per rafforzare il presidio in quelle zone. Il Comune deve sostenere tutti gli agenti, a partire da quelli di polizia locale. Il Corpo si deve sentire parte di un progetto, valorizzato e rispettato dal Campidoglio».

 

Ma c’è la burocrazia comunale.
«Un sindaco deve decidere se considerarla un ostacolo o una risorsa. A settembre voglio parlare con i sindacati disponibili per un grande piano di valorizzazione dei nostri dipendenti partendo da una parola chiave: pianificare, lavorare e dunque attuare».
A proposito di sicurezza, ci libererà dai Rom?
«I campi rom autorizzati in città sono meno di dieci, quelli cosiddetti tollerati poco più del doppio. Ma secondo l’ultimo rapporto della Croce Rossa sono oltre 300 i micro insediamenti abusivi non censiti, vicino alle stazioni, al centro e sugli argini del Tevere e nelle periferie. Una situazione grave e fuori controllo. Il concetto di campo nomadi va superato, perché ormai si tratta di persone stanziali. Tutti devono vivere nelle regole, lavorare onestamente, mandare i figli a scuola e pagare le tasse. Questo sarà uno dei primi temi che appena eletto sindaco affronterò con Prefettura e Questura nel tavolo provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza».
A Roma c’è una drammatica emergenza abitativa.
«So bene qual è la condizione di tante famiglie, ci parlo ogni giorno. Va rilanciato il buono affitto e mi auguro che la Regione Lazio vorrà fare la sua parte in maniera consistente. Metteremo mano allo scorrimento delle graduatorie dell’emergenza abitativa, al censimento di tutti gli immobili pubblici abusivamente occupati a partire da quelli di proprietà comunale».
Per i nostri ragazzi quali idee sono in vista?
«Rilancio di un accordo tra Università, imprese e Campidoglio per agevolare l’inserimento dei giovani nel mercato del lavoro. E contemporaneamente lotta attiva al traffico di droga, una tragedia di cui nessuno parla».
Poteri di Roma. Quali?
«La città deve sviluppare i poteri che già ha dal 2009 con la legge Roma capitale. Urbanistica, trasporti e infrastrutture. Attualmente perde milioni di euro per la mancata presentazione di progetti. Così non si può più andare avanti. E poi dobbiamo volare alto, per diventare una Capitale con i poteri che ha ad esempio Berlino. Con una riforma condivisa e con nuove risorse economiche per combattere le emergenze, come traffico, sicurezza e decoro urbano. Attenzione, non chiediamo nulla se non il giusto rispetto dei cittadini romani, che in termini di tasse pagate e servizi resi sono in credito e non in debito».
 

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