La mossa di Luca Palamara, bomba sulle elezioni. "Mi candido con il mio simbolo"
L'ex pm Luca Palamara, che ha fatto esplodere lo scandalo che ha travolto la magistratura italiana e poi è stato radiato, ha deciso di scendere in politica. Nella storica sede romana del partito radicale, in via di Torre argentina 76, ha annunciato la sua candidatura alla Camera per le elezioni suppletive nel collegio uninominale di Roma Monte Mario-Prima Valle, lasciato libero dopo la nomina nel giugno scorso dell’attuale deputata dei 5 Stelle Emanuela Del Re a rappresentante speciale dell’Ue per il Sahel. Lo scorso ottobre il Csm lo aveva rimosso dall’ordine giudiziario, con l'accusa di aver commesso illeciti disciplinari “di elevatissima gravità”. Perché è stato, aveva detto il procuratore generale della Cassazione durante la requisitoria, “regista e organizzatore della strategia sulle nomine” dei vertici delle più importanti procure italiane.
«Dando seguito al mio percorso intendo dare una continuità al mio racconto. Oggi voglio rilanciare il mio impegno, e senza coinvolgere gli altri, come cittadino libero decido di candidarmi per dare ancora più forza al mio racconto. Mi candido con il mio simbolo a Roma Primavalle», ha spiegato l’ex presidente dell'Associazione nazionale magistrati. Sul simbolo presentato campeggiano la dea Giustizia, che regge la bilancia, e vicino un hashtag tricolore. «Non c’è preclusione né per la destra né per la sinistra. Cerco di rivolgermi a tutti coloro i quali mi fermano per strada, con mia sorpresa, e mi dicono racconta perché i processi durano così tanto, perché sono stato carcerato ingiustamente. Voglio sposare le istanze del territorio, della mia città, della città in cui sono cresciuto. Mi sento di poterlo fare partendo dal basso questa volta».
«Il mio racconto non nasce da una vendetta - precisa Palamara - Non c’è mai stata, c’è solo il desiderio di raccontare. Mi difenderò nel processo, parteciperò a tutte le udienze rispettando i miei giudici. Non mi silenziano». «Questa mattina ho riposto la mia toga nell’armadio, era di mio padre, con la certezza di poterla rindossare all’esito di un percorso che sarà lungo ma che sono convinto ristabilirà la verità. La premessa è che tutte le sentenze si rispettano, però possono non condividersi e io non condivido la sentenza delle sezioni unite della Cassazione perché la ritengo ingiusta - conclude l'ex pm - Firmerò oggi i referendum dei radicali sulla giustizia ad eccezione di quello per la responsabilità civile dei magistrati perché la mia battaglia non sarà mai contro di loro».
Sorpresa, per la prima volta la politica non si arrende ai giudici
«Per quanto meritevole nell’avere rivelato gli inganni e le manovre torbide che, anche con il suo apporto decisivo, la sinistra giudiziaria ha realizzato nel Csm, Palamara ha veramente una concezione distorta della vita, della società e della politica - commenta il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri - Infatti concepisce la politica come una discarica. Lo cacciano dalla magistratura in maniera definitiva, perché certamente per quanto pentito non è che abbia meritato, ed allora propone la sua candidatura, come se il Parlamento fosse il ricettacolo di tutti gli errori del Paese. Ovviamente non sarà eletto. Cerca solo protagonismo, venderà qualche libro, apparirà grazie alla par condicio qui e là». «E' diseducativo, temerario e irritante. Si chiuda nel silenzio, racconti al massimo le malefatte che ha compiuto ed eviti di ergersi a maestrino del popolo o addirittura a suo rappresentante. Quelli come Palamara per narrare le proprie colpe ed errori hanno come unico luogo le aule di giustizia, dove devono essere processati. Non le aule del Parlamento, dove peraltro non arriveranno mai», conclude Gasparri.