Sulla Giustizia primo round a Marta Cartabia. La rivolta degli ex grillini: "Impunità di gregge"
Rush finale per la riforma Cartabia del processo penale. Il testo già oggi dovrebbe ricevere l’ok finale dalla Camera, ma nei partiti gli animi rimangono in subbuglio. Ovviamente gli occhi sono principalmente rivolti verso le fibrillazioni del M5S, con 40 deputati grillini che domenica non hanno partecipato al voto sulle pregiudiziali di costituzionalità. Il presidente in pectore, Giuseppe Conte, ha rassicurato però da Bologna: «I parlamentari del Movimento 5 Stelle daranno il loro voto ed esprimeremo compattezza: sì alla fiducia». E ha rilanciato: «Ho voluto inaugurare questo nuovo corso del M5S: discuteremo molto, ci confronteremo e lo faremo sempre con assoluta trasparenza». L’ex premier rivendica con orgoglio le modifiche arrivate dopo le lunghe trattative di questi mesi e dice: «Arriviamo a questo voto con la coscienza pulita: abbiamo fatto tutto il possibile per migliorare questi ultimi interventi in materia di giustizia, in un impianto complessivo che abbiamo costruito con Alfonso Bonafede». All’interno del Movimento rimangono ancora dei dissensi riguardo la riforma, con maldipancia sull’accordo raggiunto e si teme qualche franco tiratore in aula. Non bisogna dimenticare come domenica siano mancati i voti di diversi big: tra loro ci sono il capogruppo in commissione Giustizia Eugenio Saitta, l’ex sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi, l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e l’ex ministra alla Salute Giulia Grillo. «Io ieri c’ero e ho votato contro le pregiudiziali», rintuzza Giulia Sarti, deputata M5s e componente della commissione Giustizia, considerata una «pasionaria» del nuovo corso. «Voterò sì alla fiducia, ma non è la nostra riforma», aggiunge interpellata da Repubblica.
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La «rivoluzione» Cartabia però procede sui suoi binari, visto anche il pressing dell’Ue per portare a termine un tassello del piano italiano presentato per ottenere i fondi del Next Generation Eu. Per la fiducia serale si è partititi ieri sera alle 20.45 con le dichiarazioni di voto e in nottata sono arrivati i due voti di fiducia sul testo posti dal governo. Oggi è previsto il voto sugli ordini del giorno e poi il voto finale alla Camera. Non si escludono interventi fiume delle opposizioni - Fdi in primis - per rinviare il voto. Dopo l’ok della Camera il testo passerà all’esame del Senato, dove arriverà blindato e per cui quindi non sono previste modifiche. Difficile però che la riforma completi il suo iter prima di settembre, visti i passaggi tra le due Camere e lo stop estivo per i lavori d’aula.
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«È un nostro merito - ha commentato la ministra per gli Affari regionali, di Forza Italia - se oggi non siamo più soli a difendere il garantismo, è grazie a 25 anni di battaglie per una giustizia equa. La Lega è arrivata sulle stesse nostre posizioni ed è un bene; credo che lo stesso accadrà anche con Fratelli d’Italia. E ciò dimostra che a contare non sono solo le percentuali nei sondaggi o i voti, ma anche valori e programmi». Non sono mancati momenti di tensione durante il dibattito sulla fiducia alla Camera, con gli ex grillini che hanno esposto cartelli contro la riforma.
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