Conte annuncia la vendetta su Draghi. Così si prepara alla guerra sul reddito di cittadinanza
Dopo la doccia gelata della Gisutizia, con la riforma Cartabia che ha annacquato e non di poco le pretese grilline sulla prescrizione, e la fuga dei deputati M5s dal voto in aula sulle pregiuziali di incostituzionalità domenica 1 agosto alla Camera, Giuseppe Conte prova a fare la faccia dura. Verso i suoi, e nei confronti del premier Mario Draghi.
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In una intervista a La Stampa il leader in pectore del Movimento 5 Stelle afferma che non ha "mai pensato a causare una crisi di governo", tanto che oggi ha annunciato il "sì" alla fiducia sulla riforma della Giustizia. Sui magistrati che si aspettavano di più dal M5S, anche sulla priorità dell'azione penale vincolata al Parlamento, Conte dice che "quella norma a noi non è piaciuta affatto ma abbiamo ottenuto il suo depotenziamento. Prometto a tutti i cittadini che, se alle prossime elezioni politiche ci daranno ampia fiducia col loro voto, il M5S si farà garante di ulteriori interventi migliorativi, se serviranno. Il principio di legalità, il contrasto alla mafia, alla corruzione e ai reati ambientali sono per noi valori assoluti".
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Ora si aprono altri fronti per il M5s che oggi vota il nuovo statuto. Matteo Renzi e Matteo Salvini hanno dichiarato guerra al reddito di cittadinanza, misura simbolo dei grillini di governo. Ci resteranno, all'esecutivo, se dovesse iniziare un attacco sul sussidio di Stato? "Mettiamola così: sulla giustizia ci siamo fatti trovare forse un po' impreparati, perché eravamo in piena transizione e non siamo riusciti a esprimere chiarezza di posizioni. Sul Reddito non ripeteremo lo stesso errore, perché non permetterò nemmeno che si arrivi a metterlo in discussione. Il Reddito di cittadinanza non si discute, al massimo si migliora".
Ma perché restare al governo a ogni costo? "È evidente che il premier e le altre forze politiche devono comprendere che il primo partito in Parlamento risponde agli oltre dieci milioni di elettori che lo hanno votato nel 2018. Ma la responsabilità che ha assunto il M5S appoggiando Draghi non verrà meno in questa fase in cui l'emergenza sanitaria continua e si cominciano a vedere i frutti degli interventi pianificati nel periodo più acuto della pandemia".
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"Lavoriamo tutti per obiettivi comuni. In questi mesi Draghi si è dovuto concentrare sull'emergenza sanitaria e sul piano vaccini. L'unico decreto Sostegni adottato quest' anno deve ancora dispiegare i suoi effetti", dice sul premier in carica.
Conte poi smentisce che sia un dualismo con Luigi Di Maio, dopo quello con Beppe Grillo. "Il chiarimento con Grillo sta dando i suoi frutti. Nessun dualismo. Oggi parte la votazione per il nuovo statuto, se sarà approvato e se poi verrò indicato come leader agirò di conseguenza in una struttura con ruoli e funzioni. Ma chi è nel M5S deve comprendere che può far valere la propria opinione nell'ambito degli organi predisposti e delle assemblee, non mandando veline ai giornali per farsi notare". Insomma, l'ambiente in casa M5s è tutt'altro che tranquillo, stanotte con il voto di fiducia alla Camera sul testo relativo alla giustizia ci sarà l'ennesima conta. Quanti pezzi percderà per strada?