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Siamo condannati a non sapere cosa è accaduto davvero con la pandemia Covid

Gianluigi Paragone
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L’altro giorno ho letto che un brillante scrittore, Dan Brown, ha scritto un libro in età giovanile dal titolo «187 uomini da evitare. Guida alle sopravvivenza per donne romanticamente frustrate». Si tratta di un libro che è già un giallo editoriale perché chi lo comprasse attraverso e-commerce si vedrebbe consegnare altri libri, non quello dall’autore del Codice Da Vinci. Per farla semplice: quel libro non si può comprare. Si dice che Dan Brown e la casa editrice non vogliano finire nel tritacarne del MeToo e risse analoghe promosse in nome del politicamente corretto. Quindi lo hanno ritirato pur figurando nella vetrina di Amazon e dei librai virtuali. Nel nostro piccolo, un giallo del genere lo abbiamo già vissuto con un libro che passa clandestinamente di mano in mano ma che è impossibile da acquistare nonostante abbia un autore «di peso», una casa editrice di primissimo livello e una relativa rete vendite che non conosce buchi di copertura. Si tratta di «Perché guariremo», il racconto del primo anno di emergenza Covid scritto un anno fa niente meno che dal ministro Roberto Speranza ed edito dalla Feltrinelli. Un libro scritto, stampato, portato in libreria e ritirato la notte prima della messa in vendita. Perché? Semplice perché è un racconto... fake.

 

 

È un racconto smentito dai fatti che sarebbero accaduti nei mesi successivi, fatti che ancora oggi sono velati da una scarsa trasparenza. È vero che il tempo di sopravvivenza delle notizie ha la velocità dei fulmini, ma non è male ripescare dagli archivi ciò che ci serve per meglio capire i fatti. Non fosse altro perché certi fantasmi poi ritornano. E tornano sempre nel punto di partenza. Prendiamo Domenico Arcuri. La sua sostituzione era stata salutata da Salvini, da Renzi e da Forza Italia come uno dei segnali di cambiamento del governo Draghi. Bene, Arcuri (che intanto era rimasto ancora a capo di Invitalia, società pubblica al 100 per cento) è rientrato dalla finestra con il delicato compito di controllare il processo di compimento dei piani legati al Pnrr. (Lavorerà accanto ad economisti neoliberisti, mercatisti, quali Giavazzi, Stagnaro e Puglisi.) Come Arcuri è rientrata pure Elsa Fornero, altro personaggio simbolico di certe sciagurate riforme. Perché Arcuri è stato fatto rientrare?

 

 

In un Paese che ama la dietrologia e il retroscenismo montano le ricostruzioni di timori circa rivelazioni di appalti già oggetto di inchieste. Tant’è che a parte poche ore di reazioni prevedibili nessuno chiede più le dimissioni di Arcuri. L’idea che la grande intesa Pd-M5S-Lega-Leu-ItaliaViva regga a prescindere dalle schermaglie di protocollo è confermata anche dal salvataggio di Speranza dalle tre mozioni di sfiducia che presentammo al Senato: perché la Lega, Forza Italia e Renzi non hanno votato la rimozione del ministro? Forse la risposta è nel recente voto di maggioranza di un emendamento che, nella definizione degli obiettivi della commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid, ha tolto dal campo d’indagine l’operato del governo (cioé del ministro e delle sue strutture) e della giunta lombarda. In poche parole con il voto di tutti hanno salvato Speranza e la giunta Fontana. È come se fossimo condannati a non sapere mai cosa davvero succeda in Italia al tempo del Covid. Dall’inizio della storia in avanti.

 

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