crollo sulla giustizia
Psicodramma M5s sulla giustizia. Conte disperato: "Hai mancato di rispetto", processo al ribelle Melicchio
Psicodramma grillino sulla riforma della Giustizia. Oltre alla lunga lista degli assenti 5stelle al voto sulle pregiudiziali di incostituzionalità scoppia l'ira di Giuseppe Conte sul "disertore" che ha votato per la proposta del partito di Giorgia Meloni e degli espulsi M5s. È Alessandro Melicchio, deputato M5s che ha votato in dissenso con il gruppo. "Con il tuo voto hai mancato di rispetto a tutti i tuoi colleghi ed è arrogante e presuntuoso pensare che la tua coscienza sia più importante di quella collettiva e dei tuoi colleghi. D'ora in poi queste cose devono cambiare!", ha tuonato Conte chiudendo l`assemblea con i parlamentari M5s, rivolgendosi direttamente al grillino ribelle Melicchio.
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Il quale, per l'ex premier alle prese con la gestione del Movimento dopo il braccio di ferro con Beppe Grillo, "non ha esercitato libertà di coscienza, ma libertà di incoscienza". Insomma, Melicchio "ha mancato di rispetto non a me, ma a chi si occupa di giustizia" è il duro attacco di Conte che già non tiene più le sue truppe.
La riforma Cartabia del processo penale, come da calendario dei lavori, è arrivata nell’aula della Camera alle due del pomeriggio di domenica 1 agosto. Sin da subito, infatti, le opposizioni mettono in campo l’ostruzionismo annunciato. Diversi sono gli interventi sull’ordine dei lavori da parte di FdI e Alternativa c’è, il gruppo degli ex grillini. Non mancano cartelli di protesta, cori e attacchi. Gli ex M5S, in particolare, puntano le dita, soprattutto, contro chi un tempo urlava insieme a loro "onestà-onestà".
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Alla fine le pregiudiziali di costituzionalità presentate dalle opposizioni vengono respinte con 48 voti favorevoli e 357 contrari. I tabulati registrano una prima defezione targata M5S con il deputato pentastellato Alessandro Melicchio che vota sì insieme a FdI e Alternativa c’è. Non solo. Sono 40, infatti, i parlamentari grillini che non partecipano al voto e non mancano alcuni big: tra loro ci sono il capogruppo in commissione Giustizia Eugenio Saitta, l’ex sottosegretario alla Giustizia Vittorio Ferraresi, l’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro e l’ex ministra Giulia Grillo. La discussione generale va avanti per oltre quattro ore, tanto che il Governo è costretto ad aspettare la ’seconda serata' per porre la questione di fiducia, che verrà votata - come da regolamento - dopo 24 ore, con l’obiettivo di arrivare all’ok finale al provvedimento nella giornata di martedì. Il leader in pectore del Movimento ne ha anche per i tanti assenti, "se non si marcia compatti" non si va da nessuna parte avrebbe detto Conte. Qualcuno lo ascolterà?