corsa al campidoglio
«Piano Michetti» sui trasporti: ecco la ricetta per metropolitane e autobus di Roma
«Sono io l’uomo nuovo». Enrico Michetti, candidato sindaco del centrodestra a Roma, punta sul suo esordio nell’agone politico, in una conversazione ai microfoni di Radio Radio. «Quei tre - dice riferendosi ai suoi avversari - rappresentano la realtà della città e della nazione, perché sono al potere». E aggiunge: «La domanda da rivolgere agli elettori è: Calenda e Gualtieri avendo fatto i ministri rappresentano il modo in cui viene esercitato il potere nella nazione. Siete d’accordo o no?». E ancora: «Virginia Raggi proviene da un quinquennio in cui ha fatto il sindaco. Siete d’accordo come viene amministrata la città?». Al contrario «io rappresento la novità, ed è per questo che tutti e tre ce l’hanno con me». E torna, l’avvocato, anche sul gesto di lasciare platealmente, pur nelle battute finali, il confronto di tre giorni fa con gli altri candidati che si stava rivelando particolarmente concitato. «Ho lasciato perché non è con gli insulti che si fa la buona amministrazione, né con l'odio, ma si fa con il dialogo».
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Nell’intervento di Radio Radio Michetti affronta il tema dei trasporti. «La cura del ferro è fondamentale - ragiona Michetti - bisogna chiudere l’anello ferroviario, incrementare i prolungamenti dei tronconi attuali delle metropolitane». Con qualche esempio pratico, ad esempio per la fermata Anagnina. «Lì – osserva - si potrebbe pensare ad un prolungamento di qualche km per arrivare all’aeroporto di Ciampino, così che quest’ultimo potrebbe praticamente entrare nel cuore della città». E ancora: «Dalla fermata Battistini a Casalotti sono 4 km. Si potrebbe pensare a prolungare quel tratto, che peraltro sarebbe a cielo aperto e non costerebbe neanche tanto, piuttosto che fare una funivia». Tuttavia, la giornata di ieri è stata segnata anche da un certo fermento politico, con esponenti del centrodestra usciti a rilanciare il loro appoggio. «Tra i candidati – dice il leghista Claudio Durigon - è sicuramente il miglior sindaco di Roma, l'unico in grado di risolvere il problema rifiuti, realizzare metropolitane e stadi, bonificare stazioni e strade. In questa prima fase della campagna elettorale ha messo in risalto le sue passioni - l'arte e la cultura - più delle sue competenze sugli enti locali che sono di gran lunga superiori ai competitor».
Da Fratelli d’Italia, Paolo Trancassini osserva: «Su Enrico Michetti c'è il pieno appoggio della coalizione di centrodestra. Una scelta fatta per la sua competenza amministrativa e per le sue qualità umane, posto che l'allergia alla violenza verbale è una virtù e non una pecca». E poi c’è chi si schiera al suo fianco per la scelta di aver abbandonato il confronto. Fabio Rampelli attacca gli avversari di Michetti: «Tre soloni che si permettono di criticare l'unico candidato credibile che, a loro detta, non conoscerebbe i temi trattati nell'incontro e parlerebbe del trapassato remoto. Non stiamo negli anni '70, la dottrina leninista della demonizzazione dell'avversario non la usa più nemmeno Putin». Da Forza Italia, Francesco Giro osserva che Michetti «non è un politico di professione e giustamente detesta questa logica partitocratica che nulla ha a che fare con i problemi di Roma». Peraltro, il profilo civico di Michetti sembra esercitare una certa attrattiva anche al di là dei confini del centrodestra. È infatti dell’altroieri l’endorsement del consigliere uscente di sinistra arcobaleno Fabio Piattoni che di lui ha detto: «Enrico Michetti è persona preparata e capace di mettere in campo tutte quelle azioni (rifiuti in primis) di cui Roma ha fortemente bisogno».