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Il Movimento 5 Stelle ha perso e Marco Travaglio ordina l'assalto a Marta Cartabia

Francesco Storace
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Gatta ci cova. La riforma della giustizia approda nell’aula di Montecitorio ma i coltelli sono a portata di mano. I Cinque stelle che cantano vittoria a vuoto sono partiti all’assalto di Marta Cartabia, ministro guardasigilli. L’ordine di scuderia l’ha dato Marco Travaglio che dal Fatto Quotidiano impartisce l’ukase: mai costei al Quirinale o a Palazzo Chigi dopo Draghi. Il perché è presto detto e spiega che in realtà le bandierine pentastellate non abbiano affatto motivo di essere issate sulla riforma della giustizia. Sì, Travaglio cerca di spiegare perche alcune cose sono state cancellate grazie alla suprema volontà di Giuseppe Conte, lo statista che Dio ci ha mandato sulla terra. Ma poi sprofonda in una serie di sproloqui contro la ministra della giustizia che spiegano a sufficienza la delusione per essere rimasti con un pugno di mosche in mano. A partire dallo stop ai processi infiniti introdotti da Alfonso Bonafede con la cancellazione della prescrizione.

 

 

Ma Travaglio è straordinario: riesce a dire che i Cinque stelle hanno vinto e tutti gli altri hanno perso. E allora non si spiega perché mantenere al loro posto personalità che giudica alla stregua di delinquenti come il premier Mario Draghi e la stessa Cartabia. Forse è un caso di reazione avversa ad eventuali elezioni anticipate: fino al 3 agosto - data di inizio del semestre bianco - arrabbiati fino a quanto basta. Non sia mai Mattarella dovesse decidere di mandare tutti a casa, pare intendere il capo dei Cinque stelle che una volta amavano Casaleggio e ora si devono accontentare del Fatto Quotidiano.

 

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