Basta giochini ambigui con Conte che vuole affossare Draghi: rivolta nel Pd per la linea di Letta
Tira una brutta aria all’interno del Partito Democratico nei giorni successi alla blindatura da parte del Governo della riforma di Marta Cartabia sulla giustizia. Il Giornale riporta un lungo sfogo di un parlamentare dem, stanco della linea portata avanti da Enrico Letta: “Il problema di Letta è che scambia Mario Draghi per Mario Monti, e pensa che si debba avere con il suo governo un rapporto conflittuale per non ripetere gli errori che portarono nel 2013 alla sconfitta di Bersani. Solo che gli sfugge un particolare fondamentale, Draghi non c'entra nulla con Monti, e i tempi sono radicalmente cambiati. Pensare di tornare al prima di Draghi è pura illusione”.
Il "palo" Letta svalvolato con Salvini: i tuoi consiglieri facili di pistola
L’andare in coppia con Giuseppe Conte e il Movimento 5 Stelle ha lasciato strascichi importanti tra le fila del Pd e il malumore è profondo. “A me pare che non si percepisca con chiarezza un aspetto che invece dovrebbe essere cristallino, il governo Draghi è il nostro governo, e lo sforzo riformatore che il premier sta facendo va sostenuto senza ambiguità, senza retropensieri e senza pensare a impossibili vie di fuga” le parole del sempre critico Andrea Marcucci ai compagni di partiti. Il succo del discorso è piuttosto chiaro: basta giochini ambigui con chi, come Giuseppi, lavora per mettere da parte Draghi, con l’obiettivo di andare alle elezioni nel 2022.
I Cinquestelle hanno perso e Travaglio ordina l'assalto alla Cartabia
Il malessere interno deriva anche dall’aver capito che nel momento più difficile dell’era Draghi alla guida dell’Italia il Pd non ha avuto nessun ruolo per ricucire lo strappo tra le parti. Anzi a Palazzo Chigi non è affatto passato inosservato, e non è stato perdonato, il comportamento che ha lasciato campo libero ai grillini sul tentativo di abbattere la riforma Cartabia. Aria pesante intorno ad Enrico Letta, che per alcuni sta portando avanti questo matrimonio con i Cinquestelle per assicurarsi la vittoria nel seggio di Siena.
Quanta confusione nei partiti. Così le riforme non si realizzano