Quanta confusione nei partiti: si salvano solo Mattarella e Draghi. Così le riforme non si realizzano
Caro direttore, siamo combinati abbastanza male. I tre obiettivi fondamentali su cui si basa il presente e il futuro dell’Italia, cioè una vaccinazione di massa che arrivi al 90%, il rilancio dell’economia italiana segnata dalla recessione per quello che riguarda alcuni settori quali il terziario (turismo, ristoranti, bar, negozi vari), la riforma della giustizia sono sostenuti in modo limpido solo da due personalità politico-istituzionali, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente del Consiglio Draghi. Al di fuori, sia nel centrosinistra che nel centrodestra emerge nel migliore dei casi una notevole confusione, nel peggiore c’è buio a mezzogiorno. Il buio è fitto in primo luogo a livello di alcune personalità collocate fra il livello culturale e quello giornalistico, alcune autentiche prime donne. Fra di esse collochiamo da un lato il filosofo Cacciari e dall’altro lato il direttore del Fatto Travaglio. Nel caso di Cacciari siamo a livello estremo del narcisismo di chi contempla tutti i giorni il suo ombelico e pretende che gli altri facciano altrettanto. Fior di scienziati da Emilio Bucci a Antonella Viola hanno fatto a pezzettini Cacciari e il suo omologo Agamben e poi il direttore del Foglio Cerasa gli ha dato il colpo di grazia finale sparando un proiettile tratto da una citazione di poco tempo fa, una citazione dello stesso Cacciari. Ma Cacciari è la tipica figura dell’«apodittico e integrato», sta perennemente su tutti i maggiori giornali e i principali talk show e adesso per farsi notare deve entrare innanzitutto in contraddizione con sé stesso, dando dello scemo e del fascista a chi sostiene la sua stessa tesi espressa nella puntata precedente. Il narcisismo condotto alle estreme conseguenze può far male a chi lo pratica perché lo rende ridicolo. Può però fare danni se si parla di cose serie e drammatiche quando si parla di contagi e quindi della vita della gente: giustamente Antonella Viola ha ricordato a Cacciari che non si può fare gli spiritosi quando ci stanno 130.000 morti sul campo.
Conte dirige l'attacco a Draghi nel semestre bianco: assalto dei picconatori
Il caso di Travaglio è più chiaro, datato e circoscritto. Per un verso Travaglio è chiaramente un disadattato per essere nato in un’epoca sbagliata: avrebbe dovuto essere nel pieno dell’attività fra gli anni ’30 e ’40, in quel caso avrebbe dovuto scegliere se militare nell’NKVD (i servizi sovietici) o in quelli nazisti per dare piena estrinsecazione al suo ego sottoponendo a serrati interrogatori i carcerati che avrebbe intimidito esibendo il ghigno che lo rende così espressivo quando domina i talk show della Gruber. Vivendo invece in questi anni così grami, Travaglio si è ridotto ad essere una sorta di «carciofino sott’odio». Al centro del suo odio è Draghi, da lui considerato una sorta di usurpatore nei confronti di quell’avvocato Conte che per Travaglio è insieme uno statista, una sorta di Robin Hood che toglie ai ricchi per distribuire ai poveri e una specie di angelo vendicatore che sostiene Bonafede nella sua missione di avvocato atipico che ha per scopo quello di gettare in galera ogni giorno qualche colletto bianco e buttare via la chiave che nessuno deve più trovare. Al netto, però, di questi esibizionismi personali a livello di partiti, movimenti e leaders politici di sinistra e di destra non è che le cose stiano andando in modo brillante. A nostro avviso Salvini e la Meloni devono convincersi di una cosa che invece Fedriga, il leghista presidente della Regione Friuli-Venezia Giulia, e Luca Zaia dal Veneto hanno capito benissimo: il vaccino non è di destra o di sinistra, è un salvavita. Il professor Bassetti di Genova, che è al di sopra di ogni sospetto perché nel passato ha contestato anche alcuni eccessi rigoristi, è stato inesorabile nei confronti di una delle ultime uscite di Salvini: «Sotto i 40 anni il vaccino è inutile». Per parte sua, anche Michetti, il candidato sindaco del centro-destra a Roma, ha fornito un bell’assist ad altri candidati come Calenda e Gualtieri affermando: «Io non consiglierò mai ai cittadini di vaccinarsi». Ora, su questo dovremmo parlarci chiaro: il green pass che dovrebbe essere corretto perché dovrebbe implicare due vaccinazioni e non una e dovrebbe riguardare, a nostro avviso, anche i dipendenti di ristoranti, bar, eccetera ed essere richiesto su tutti i mezzi di trasporto, è comunque un compromesso rispetto alla tesi sostenuta da chi come il sottoscritto reputa che il vaccino, vista la situazione che si profila, dovrebbe essere reso obbligatorio per tutti.
Draghi ha scelto il suo preferito: è il poltronista Di Maio
Sull’altro versante poi, cioè quello dei grillini e del Pd, entriamo nel mondo della aleatorietà, della confusione e della imprevedibilità. Un punto fermo è stato scritto nella giornata di ieri, nel senso che la forzatura di Bonafede è stata mandata in archivio con una serie però di piccoli compromessi destinati a complicare le cose per ciò che riguarda l’amministrazione reale della giustizia, ma su questo terreno la crisi di nervi dei grillini è stata accompagnata dall’opportunismo di Enrico Letta e del Pd che sta cercando disperatamente di ristabilire con la parte più oltranzista della magistratura l’asse stabilito fin dagli anni ’92-’94 che ha consentito ai post-comunisti di far fuori Craxi e il centro-destra della Dc in nome del finanziamento irregolare dei partiti quando il Pci e il Pds avevano appunto il primato dell’irregolarità internazionale e nazionale del finanziamento: potremmo fare un’esemplificazione, ma riempiremmo due pagine di questo giornale. Un avviso finale ai naviganti. Nessuno può pensare che si possa approfittare impunemente del cosiddetto semestre bianco per far cadere il governo dell’usurpatore, cioè di Draghi, e magari per rimettere in sella Conte, con annesso Arcuri. Non è che la Bce, le società di rating, l’andamento dello spread vengono sospesi per i sei mesi «bianchi». Se qualche gruppo di irresponsabili pensa questo si fa delle pericolose illusioni: nello spazio di un mattino ci troveremmo non più in Italia, ma in Grecia o in Argentina.
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