Trovata l'intesa sulla Giustizia, regime speciale per tutti i processi di mafia. Sì unanime in Cdm
Braccio di ferro tra Draghi e i 5 stelle. Crisi a un passo, ma alla fine arriva la mediazione
E' stato raggiunto l'accordo nel governo sulla riforma della Giustizia. A darne notizia il ministro per i Rapporti col Parlamento Federico D'incà. La mediazione prevede che i processi per tutti i reatilegati alla mafia (416 bis e ter) godranno di un regime speciale. Di fatto potranno andare avanti sine dire.
Si è trattato di una battaglia in punta di diritto e di regolamenti parlamentari. La riforma della giustizia ha rappresentato lo stress test più duro per il governo Draghi dal giorno del giuramento, il primo momento in cui i partiti di fatto si sono messi di traverso rispetto alle decisioni del premier.
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Quando è ripartito il Consiglio dei ministri che era stato sospeso ufficialmente per permettere ai membri del governo di prendere parte al question time alla Camera, in realtà per il mancato accordo con il Movimento 5 stelle sui reati da esonerare dall'improcedibilità nel caso in cui in appello o Cassazione non fossero rispettati i limiti temporali tracciati dalla Cartabia. In particolare, l'accordo non era stato ancora trovato.
A quel punto i 5 stelle, che già inizialmente non avevano partecipato al Cdm per concludere il vertice con il leader in pectore Giuseppe Conte, hanno fatto sapere di essere pronti ad astenersi nel voto in Consiglio dei ministri sulla riforma. Le trattative sono proseguite mentre contestualmente in commissione Giustizia alla Camera andava in scena un'altra partita, con il presidente Perantoni (sempre del M5s) che scriveva a Fico per manifestargli l'impossibilità, a suo dire, di portare già domani la riforma in Aula. Contestualmente, le opposizioni (Fratelli d'Italia e L'Alternativa c'è) hanno rifiutato di ritirare i propri emendamenti, estrema richiesta della maggioranza per provare a sveltire i lavori. Infine, la conferenza dei capigruppo votava per tentare comunque di calendarizzare per domani l'inizio della discussione in Aula con l'unica contrarietà dei Cinquestelle.
Draghi mette i partiti con le spalle al muro: accordo o conta dei voti
Con l'intesa politica, il percorso della riforma sarebbe abbastanza agevole. Si voterebbero rapidamente in commissione i soli emendamenti dell'opposizione e in Aula arriverebbe un maxiemendamento del governo che conterrebbe tutte le concessioni fatte ai partiti. Si vedrà.