Fratelli d'Italia occupa la Camera: "No green pass". Bocciato il voto segreto, è bagarre
Protesta clamorosa contro il green pass di Fratelli d'Italia alla Camera con i deputati del partito di Giorgia Meloni che occupano l'emiciclo. I parlamentari hanno mostrato cartelli bianchi con su scritto: "No green pass" dopo che la presidenza di Montecitorio non ha concesso lo scrutinio segreto per le votazioni sulla pregiudiziale di incostituzionalità presentata FdI al decreto varato dal governo (qui di seguito e a questo link il video).
Video su questo argomentoNo Green pass, bagarre in Aula Camera, deputati di FdI con cartelli contro certificato
Dopo un’ora i deputati fdi hanno liberato l’emiciclo e l’aula ha ripreso i suoi lavori, bocciando l’incostituzionalità del dl. Il decreto che contiene le disposizioni sul green pass e la proroga dello stato di emergenza fino al 31 dicembre è stato subito contestato da FdI, che ha presentato la pregiudiziale di incostituzionalità, lamentando "una discriminazione nel mondo del lavoro" che "fa pesare la pandemia sempre sugli stessi". "Invitiamo il governo e i partiti a una ulteriore riflessione. La democrazia esige un dibattito in Aula e merita informazioni e trasparenza. Non è una democrazia quella in cui i cittadini devono ricorrere a un tribunale per avere informazioni chiare sull’operato del governo" aveva spiegato Augusta Montaruli.
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"’La libertà non è un semplice sgorgare senza direzione', diceva Emmanuel Mounier, uno dei principali ispiratori dell’articolo 2 della nostra Costituzione" le ha ribattuto il dem Stefano Ceccanti, sottolineando come "la carta non a caso tiene insieme riconoscimento dei diritti e consapevolezza dei doveri. Due elementi indissociabili". Adesione alla linea dem da parte del M5s e di FI. Mentre la Lega ha spiegato di voler votare contro l’incostituzionalità per poter modificare il testo che anche ad avviso del Carroccio presenta delle criticità. Ma è stato al momento del voto che è scoppiata la bagarre.
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FdI ha chiesto, per voce del capogruppo Francesco Lollobrigida, che si votasse a scrutinio segreto perché il dl "contiene norme che limitano le libertà personali". Richiesta respinta per ben due volte dalla presidenza della Camera in base ai precedenti stabiliti dalla Giunta del regolamento. La decisione è stata contestata da FdI, i cui deputati hanno occupato l’emiciclo. Alla ripresa dei lavori, dopo una consultazione informale tra il presidente della camera Roberto Fico e i capigruppo, l’aula ha bocciato la pregiudiziale di incostituzionalità. I voti contrari sono stati 288, i favorevoli 51, un astenuto. Ora tocca alla conferenza dei capigruppo stabilire la calendarizzazione dell’esame del decreto.