applausi della vergogna
Il ministro Speranza deve dimettersi: la Lega alza la voce dopo gli insulti di Travaglio a Draghi
Non si placano le polemiche per le terribili parole di Marco Travaglio nei confronti di Mario Draghi. A finire nella bufera, oltre al giornalista de Il Fatto Quotidiano, è anche Roberto Speranza, ministro della Salute nonché segretario di Articolo Uno, partito che ha ospitato Travaglio nel corso della sua festa e i cui militanti hanno applaudito le dichiarazioni choc sul capo di Governo. "L'uscita di Marco Travaglio sul presidente del Consiglio Mario Draghi è infelice e non rappresenta certo il punto di vista di Articolo Uno che sostiene convintamente la sua azione di governo” le parole del titolare del dicastero della Salute.
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Parole che non hanno per nulla convinto la Lega, che chiede le dimissioni del ministro per bocca del vicesegretario Lorenzo Fontana: “La presa di distanze di Speranza dai pesantissimi insulti rivolti da Travaglio a Draghi è quasi peggio degli insulti stessi. Per non perdere la poltrona, Speranza ha bollato come 'infelici' le parole di Travaglio. Infelici anche gli applausi a scena aperta dei suoi compagni che lo ascoltavano. Domandiamo a Speranza che senso abbia stare al governo se i suoi applaudono convinti agli insulti del direttore del Fatto. Si dimetta”. Posizione sposata dalla deputata del Carroccio Barbara Saltamartini: ”Non convince il commento del ministro Speranza al pesantissimo attacco di Marco Travaglio verso il premier Mario Draghi, insulti pesanti alla sua persona, pronunciati alla festa di Articolo Uno, tra le risate del pubblico. Per non perdere la poltrona Speranza bolla come infelice l'uscita del giornalista all'evento del suo partitino, sono infelici anche gli applausi a scena aperta dei suoi compagni?”.
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Travaglio si era esposto così in merito a Draghi: “Hanno buttato giù Conte. Avevano fatto degli errori, ma non li hanno mandati via per i loro errori, li hanno mandati via per i loro meriti e hanno messo al loro posto l’esatta antitesi, che è un figlio di papà, un curriculum ambulante, uno che visto che ha fatto bene il banchiere europeo ci hanno raccontato che allora è competente in materia di sanità, di giustizia, di vaccini eccetera. Mentre in realtà, e mi spiace dirlo, non capisce un ca**o. Né di giustizia, né di sociale, né di sanità. Capisce di finanza, ma non esiste l’onniscienza o la scienza infusa. E non ha neanche l’umiltà a furia di leggere che è competente su tutti i rami dello scibile umano”.