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L'estremismo progressista sfrutta salute, clima e diritti

Benedetta Frucci
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La variante illiberale torna ad alzare la testa. E lo fa in Italia come in Europa, dove l’incremento dei contagi dà il via a nuove restrizioni. Coprifuoco, limitazioni agli spostamenti, quarantene e tamponi tornano di attualità. L’accento viene posto sul numero dei contagiati, non sui veri indicatori di rischio, le ospedalizzazioni, le terapie intensive, i decessi.
Soprattutto, c’è una certa reticenza a diffondere dati disaggregati: quanti dei morti e degli ospedalizzati gravi erano vaccinati con due dosi? A ben vedere, per chi si vaccina il Covid non è altro che una banale influenza. Eppure, mentre si parla di green pass per i ristoranti sul modello francese, tanto per porre un ulteriore macigno sui ristoratori sfiniti da due anni di chiusure a singhiozzo e oppressi anche in tempi non pandemici da una burocrazia mastodontica, si continua a prevedere la quarantena per i vaccinati.

Una follia quest’ultima a cui Mario Draghi, se vuole davvero proseguire in discontinuità con le politiche del duo Conte-Speranza, dovrebbe mettere mano al più presto, anche favorendo il raggiungimento di un accordo su base europea.
Il tema è profondamente importante: da un lato una nuova ondata di restrizioni provocherebbe una nuova depressione economica, portando a morte certa tutte quelle attività sopravvissute miracolosamente alla pandemia. Dall’altro, non porre fine alle limitazioni dimostrerebbe come il cammino illiberale intrapreso dalle democrazie europee, che hanno accettato di rinnegare i valori fondanti della società occidentale in nome di un generico diritto alla salute, non è stato solo una parentesi giustificata dall’impreparazione all’arrivo della pandemia.

In effetti, il clima sui media sembra essere tornato a quello che respiravamo durante i lockdown, quando i droni inseguivano solitari runner: il Corriere della Sera, giusto venerdì scorso, ha titolato un articolo sul Green Pass «più severi per essere liberi». Come se ormai la libertà fosse una gentile concessione del sovrano illuminato, come se la nostra Costituzione fosse stata ottriata e non discussa e votata da un’assemblea costituente.

I segnali di questa degenerazione illiberale si rinvengono nella società anche sul fronte ambientale: in seguito al disastro metereologico che ha colpito la Germania, alcune voci hanno iniziato a levarsi con toni drammatici; non c’è più tempo, hanno scritto, l’apocalisse è arrivata. Preso di mira è ancora una volta lo stile di vita occidentale, dal consumo di carne, all’industrializzazione. Eppure, senza spingersi su posizioni negazioniste nei confronti del virus e della crisi ambientale, l’Occidente possiede degli antidoti efficaci: la conversione green, che non può significare abbracciare il modello della decrescita felice, ma utilizzare le nuove tecnologie per creare posti di lavoro, profitto, nel rispetto dell’ambiente; le vaccinazioni e un impegno massivo per sensibilizzare la popolazione non vaccinata.

 

 

 

 

 

Sul fronte parlamentare intanto, continua il muro contro muro sul ddl Zan: i duri e puri che vorrebbero far approvare la cosiddetta legge contro l’odio, utilizzano come democratica arma di confronto minacce, insulti e violenza -finora- verbale contro chi osa sollevare la necessità di una mediazione o contro chi denuncia le problematiche legate all’identità di genere. La testimonianza della senatrice di Forza Italia Barbara Masini, che ha pronunciato un commosso discorso in Aula schierandosi in favore della legge, e che è stata presa di mira dagli odiatori per aver stigmatizzato il muro contro muro di Enrico Letta e per aver suggerito la necessità di una mediazione, ne è un esempio lampante. Lo spettro di un nuovo fascismo aleggia in Occidente e risponde al nome di estremismo progressista. Dalla salute, alle tematiche ambientali, ai diritti, l’attacco alla libertà entra nel vivo. Eppure, è la chiave di volta del benessere della società europea, il bene più prezioso. Nessuna pandemia, nessun cambiamento climatico, nessuna anche giusta rivendicazione di una minoranza, possono costituire l’appiglio per rinunciarvi.
 

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