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Basta cavi maschio e femmina: Laura Ravetto smaschera l'ultima ipocrisia di genere

Francesco Storace
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Se ha bisogno dei cavi elettrici non ti permettere più di chiamarli maschio e femmina. Roba antiquata, sessista, io sono io e la batteria – con relativo jack - la gestisco io. Poi, quando prenderete un aereo non vi aspettare più il benvenuti a bordo, signori e signore. Andranno per la spicce e dovrete ringraziare se vi diranno almeno benvenuti e basta. Ormai nel mondo la deriva è quella con la gara a chi la spara più grossa. Ma indubbiamente al sessismo in chiave elettrica non ci avevamo proprio fatto caso e sarà probabilmente una nostra pecca. E invece ci pensa l’onorevole Laura Ravetto, responsabile delle politiche per le pari opportunità della Lega a mettere a nudo l’ipocrisia che dilaga.

 

 

Perché ormai bisogna stare attenti al linguaggio, non sia mai ci si possa offendere e magari emendare in peggio la legge Zan. In effetti è un po’ ridicolo quanto dovrà accadere persino sugli aerei, dove il saluto ai passeggeri è evidentemente ritenuto non sufficientemente inclusivo... E così gli equipaggi saranno tenuti a usare un linguaggio rispettoso dei «nuovi generi». La disposizione di Lufthansa è estesa anche alle compagnie Swiss, Austrian, Brussels ed Eurowings. La decisione è stata confermata dalla portavoce del vettore tedesco, Anja Stenger: «La diversità per noi non è una frase vuota, da ora vogliamo esprimere la nostra attenzione al linguaggio» ha dichiarato ai media tedeschi. Non è stato ancora specificato da quando entrerà in vigore la nuova disposizione. Si sa solo che tutti gli equipaggi saranno tenuti a usare un linguaggio «gender neutral, come ad esempio «Gentili clienti» o «Benvenuti a bordo». Ma la questione che ha fatto indignare l’on. Ravetto – e speriamo non solo lei – è l’assurda proposta che arriva dagli Usa dove vogliono mettere al bando i termini «maschio» e «femmina» per i cavi audio e magari anche per la batteria dell’auto, perché ritenuti sessisti. «Ora basta» dice la parlamentare leghista. Che spiega la sua posizione così: «Queste sono armi di distrazione di massa per evitare i veri temi di disparità tra uomo e donna come la disparità salariale. In più - e mi aspetto che le femministe la pensino come me - guai a chi tenterà di negarmi il titolo di femmina con tutti gli onori e gli oneri (quali la gravidanza) che questo titolo comporta. E chiariamoci: ho votato le unioni civili e sono aperta a ogni discussione in merito alla procreazione assistita e/o all’eterologa ma questi temi non c’entrano nulla col principio che io sia femmina, ne vada fiera e guai a chi tenterà di sbiadire questo concetto in nome della fluidità».

 

 

Fin qui, e con argomenti solidi, la deputata di Salvini. Ancora più in profondità il tema che dovrebbe riguardare davvero tutti. Ma dove si vuole andare a parare con questa ridicola guerra delle parole? Saremo pure sprofondati nel tempo del pensiero unico obbligatorio, ma immaginare di sovvertire il linguaggio sta superando ogni limite di decenza. Non potremo dire signori e signore per non urtare la sensibilità di chi si trova irrisolto tra i due generi, come dice in maniera complicata certa sinistra. E se persino i cavi diventano argomento di sfida lessico-sessuale non osiamo pensare quali saranno le prossime «battaglie». Il semaforo lo riserveremo agli uomini, la strada libera alle donne. Nave e treno, mezzi di trasporto unisex. L’incrocio stradale sarà prerogativa dei maschi, le donne potranno transitare se ci sarà la rotatoria. Il telefono diventa bisex se ci diciamo «passami la cornetta». Il televisore o la televisione: dipende se in casa si è intrufolata Laura Boldrini. Pietà, pietò. Aiuto, aiuta. Quante altre corbellerie dovremo apprendere prima di essere lasciati in pace dai puristi del cavolo. Oppure della minkia, per dirla alla siciliana-siciliano? Inginocchiarsi, genuflettersi, piegarsi saranno le nuove forme del politicamente corretto. E guai a chi tenterà di ribellarsi. In galera, e se sei uomo ti sbattiamo nel carcere femminile. Però se le donne le trasferiscono nel reparto maschile, non cambia nulla, mannaggia...

 

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