L'aria che tira, “con il ddl Zan stupri, aborti e crani spaccati”. Andrea Delmastro mette tutti in guardia
Ddl Zan sempre presente. Il disegno di legge contro l’omotransfobia è al centro del dibattito di venerdì 16 luglio de L’Aria che tira Estate. Il programma di approfondimento condotto da Francesco Magnani, in onda su La 7, ospita Andrea Delmastro. La posizione del deputato di Fratelli d’Italia appare chiara sin da subito: “Noi siamo fermamente contrari ad un ddl che non introduce un solo diritto in più ma in compenso introduce un reato di opinione che cerca di imbavagliare per via giudiziale una visione antropologica del mondo diversa”. L’analisi procede più nel dettaglio: “Istituisce nelle scuole la giornata dell’omotransfobia, introduce l’identità di genere da tutelare… e questo è il motivo per cui Fallon Fox, che è un lottatore di arti marziali in America, dichiarandosi donna, combatte nei gironi femminili e sfonda il cranio in 30 secondi netti ogni volta che inizia un incontro”.
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Delmastro si scalda e propone un altro esempio alla sua teoria: “O ancora ciò che ha fatto si che 300 detenuti californiani si siano dichiarati donne e sono stati trasferiti in un carcere femminile e da lì via agli stupri, aborti e violenze sessuali”. Il conduttore a questo punto tenta di bloccarlo: “Ma lei crede davvero che a questo porti il ddl Zan? Una norma che è fatta per difendere dall’odio?”. Delmastro anche qui specifica: “Io glielo dico, l’identità di genere da sé percepita assolutamente sì. Che succede se io mi dichiaro donna dalla sera alla mattina e chiedo al barista di entrare nel bagno delle donne, che succede? Mi discrimina se mi dice di no? Ai sensi di questa legge sì. E ancora per quale motivo io non potrei chiedere atti discriminatori, cosa vuol dire? Per esempio, dire che per quanto mi riguarda solo un papà e una mamma, un uomo e una donna, possono adottare un bambino è una discriminazione. Io voglio vivere in un mondo dove la mia visione della famiglia non venga perseguitata. Mi battano sul piano delle idee sul piano politico e culturale ma questa è una legge che impone una visione antropologica per via giudiziale”.
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