Esonero Tfr e cassa integrazione, ecco gli aiuti alle aziende che non licenziano
Esonero dal pagamento delle quote di accantonamento del Tfr per le imprese in procedura fallimentare o in A.s e accesso ad ulteriori 13 settimane di cigs per le aziende con almeno mille dipendenti che gestiscano almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale. Sono queste, a quanto si apprende da fonti di Palazzo Chigi, alcune delle misure urgenti adottate dal governo a tutela dei lavoratori delle aziende in crisi.
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Per quanto riguarda l’esonero delle quote Tfr la proposta consente alle imprese, in procedura fallimentare o in amministrazione straordinaria, che richiedono dal 1° luglio al 31 dicembre 2021 il trattamento straordinario di integrazione salariale, la possibilità di essere esonerate dal pagamento delle quote di accantonamento del Tfr relative alla retribuzione persa a seguito della riduzione oraria o sospensione dal lavoro e dal cosiddetto contributo di licenziamento. Si tratta, spiegano le fonti, di una estensione dell’efficacia della misura di cui all’articolo 43-bis del decreto-legge n. 109/2018. Per quel che riguarda l’accesso ad ulteriori settimane di Cigs la norma prevede in via eccezionale, per le imprese con un numero di lavoratori dipendenti non inferiore a mille che gestiscono almeno uno stabilimento industriale di interesse strategico nazionale, la concessione del trattamento di integrazione salariale di cui all’articolo 8, comma 1 del decreto 22 marzo 2021, n. 41, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 maggio 20221, n. 69, per una durata massima di ulteriori tredici settimane fruibili fino al 31 dicembre 2021.