fulminato
"È la nostra ultima chance", così Veltroni sfila Draghi dalla corsa al Quirinale
Mario Draghi come un calcio di rigore. A patto che sia quello di Bernardeschi e non di Saka. E’ Walter Veltroni, politico e scrittore, a usare la metafora calcistica per parlare del governo in carica. La conquista di Euro2020 da parte dell’Italia e la pazza gioia dei festeggiamenti inducono Concita De Gregorio e David Parenzo - conduttori di In Onda, lunedì 12 luglio - a indugiare su paragoni sportivi per capire quanto il lavoro di squadra faccia la differenza non solo su un campo di calcio, ma anche in politica.
L’ex segretario del Pd dà un giudizio tranchant di questa legislatura da ammucchiata: “Un paese regolare è quello in cui le forze politiche si rispettano, scrivono insieme le regole e poi ognuno agisce secondo la propria area di appartenenza, in questa legislatura è accaduto il contrario, sembra davvero un finale alla Blues Brothers. Siamo partiti con un governo Lega-5Stelle, è proseguita con un governo 5Stelle-PD, si è sviluppata con un governo Lega-5Stelle-PD. Tutto questo per impedire che governasse prima l'uno e poi l'altro. La verità è che Draghi è il nostro calcio di rigore”.
Veltroni fa una pausa e prosegue con tono greve: “Mario Draghi è l’ultima chance, abbiamo speso il giocatore più forte che avevamo”. La De Gregorio chiede se sia il primo o l’ultimo dei rigoristi e l’ex sindaco di Roma non ha dubbi: è l’ultimo, quello decisivo. “Se fallisse Draghi, il paese pagherebbe prezzi spaventosi. Siamo in un’emergenza sociale, sanitaria, lavorativa ed economica drammatica” prosegue l'ex Ministro allontanando l’ipotesi di Draghi al Quirinale: “Mi auguro che si arrivi a fine legislatura ma che ci si arrivi in modo civile cioè con i partiti che si rendono conto che non possono continuare a giocare a terremotare un equilibrio tanto fragile. La soluzione ideale sarebbe che i partiti approfittassero di questi mesi per scrivere insieme le regole del gioco”.
David Parenzo è parco di domande, mentre Concita De Gregorio ha in mano il pallino e stuzzica Veltroni sull’avvicinamento di Renzi a Salvini sulla giustizia e sul referendum per l’abrogazione del reddito di cittadinanza. “Penso che ci sia una grande confusione perché è saltato il principio dell’alternanza che è fondato sullo schema: elezioni di un governo, si governa per 5 anni, se ha fatto bene viene confermato, se ha fatto male, si cambia – commenta Veltroni -. Se salta questo con la crisi delle democrazie, il rischio è la scena che abbiamo visto nel nostro paese. Se siamo in piedi lo dobbiamo ai presidenti della Repubblica Napolitano e Mattarella. Se non ci fossero stati quei presidenti con la loro saggezza, il sistema politico, perso il sistema dell’alternanza, sarebbe impazzito”.