la protesta

Referendum giustizia, il silenzio delle tv è inaccettabile: esposto all'Agcom

Francesco Storace

Mai come nel caso dei referendum sulla giustizia c’è un’informazione dimezzata. Sarebbe sufficiente fermarsi qualche ora davanti ad uno dei gazebo che in ogni weekend sono organizzati – in particolare dalla Lega – per capire quanto sia centrata l’iniziativa promossa da Matteo Salvini e dai radicali. Oppure guardare i video che riempiono le pagine Facebook della stessa Lega e del suo leader. Code in qualunque ora e nonostante il caldo.

E’ prevedibile anche a conclusione di questo weekend un bis delle centomila firme raccolte fino a domenica scorsa ai tavolini della Lega, se non di più. Al dato mancano ovviamente le firme raccolte autonomamente da altri partiti, a cominciare dai radicali, e dai vari consiglieri comunali fino ai parlamentari nei rispettivi territori a prescindere dai gazebo. Oltre che nei municipi di tutta Italia, dove i cittadini intenzionati a sottoscrivere i referendum sulla giustizia possono recarsi negli uffici comunali preposti.

  

Ma nonostante questa vasta mobilitazione, nei comitati referendari c’è rabbia per l’atteggiamento dell’informazione, a partire da quella televisiva. E proprio ieri Salvini e il segretario radicale Maurizio Turco hanno reso noto di aver scritto all’Agcom, l’autorità garante delle comunicazioni, per denunciare il comportamento dei media.

In particolare l’invito all’Authority è ad “intervenire urgentemente, con un atto di indirizzo rivolto alle emittenti radiotelevisive, affinché esse assicurino una informazione completa ed importante, anche quantitativamente, nelle diverse fasce orarie, sulle ragioni e le necessità della campagna di raccolta delle 500.000 firme richieste dalla Costituzione per l’Indizione della consultazione referendaria”

Salvini e Turco sottolineano che è necessaria “adeguata informazione sulla raccolta firme (tempi e modalità) e sul contenuto dei quesiti nei telegiornali a partire dalle loro edizioni principali (ma non limitatamente ad esse), su tutte le emittenti nazionali pubbliche e private, tanto più necessaria in assenza quasi totale di contenitori di approfondimento politico informativo in gran parte chiusi per ferie (inopinatamente almeno per quanto riguarda le reti del servizio pubblico radiotelevisivo). L’approfondimento poi dovrebbe essere dedicato a dibattere dello stato e delle proposte di riforma della giustizia, oggi di estrema attualità”. Con un aggiunta importante, che spazza via il dubbio di ragioni di propaganda di partito. No, Salvini e Turco non sollecitano informazione per le forze politiche “ma su temi ed iniziative onde i cittadini possano scegliere consapevolmente”.

Nel frattempo si registrano nuove importanti adesioni all’iniziativa referendaria, nonostante il boicottaggio mediatico denunciato.

A Genova ha firmato il governatore Giovanni Toti e poi si è aggiunto, quasi come buon auspicio anche il mitico mago Otelma. A Torino ha sottoscritto i quesiti referendari il candidato sindaco Damilano. 

In alcune località di vacanza i militanti leghisti hanno approntato persino gazebo notturni fino alle 24. E in uno di questi a Forte dei Marmi si è presentata per la sua prestigiosa adesione la giurista Bernardini De Pace. 

Da via Bellerio è stato poi annunciato che i parlamentari e i consiglieri regionali della Lega dedicheranno almeno una settimana da metà agosto a metà settembre per vidimare i moduli nella sede nazionale del partito, dove sono stati creati spazi ad hoc per accogliere milioni di moduli.

Infine, il dibattito politico sull’iniziativa registra vari interventi politici. Con nettezza la dichiarazione per Forza Italia di Maurizio Gasparri: “I referendum servono anche a stroncare quel mercato delle vacche che si è visto in certi palazzi delle istituzioni”. Ed evidentemente ogni riferimento al caso Palamara è puramente voluto.

Poi, le parole di Salvini, impegnato in un tour de force in tutta Italia e che oggi lo porterà anche nel Lazio, secondo un calendario abbastanza fitto: piazza delle Naiadi a Tarquinia Lido (ore 11); piazza Rossellini a Ladispoli (ore 12); stabilimento La Vela in via Lungomare di Levante a Fregene (ore 13:30); piazza Anco Marzio ad Ostia (ore 18:00).

“Questa è un riforma che il Parlamento non farà mai, perché la Sinistra usa i tribunali per cercare di vincere le elezioni che perde in cabina elettorale”. Il segretario della Lega lo ha detto ieri a Tirrenia (Pisa). “C’è un mondo che aspetta di firmare. A Forte dei Marmi ieri sera siamo andati oltre mezzanotte, non riuscivamo a chiudere il gazebo. Ogni singola firma - ha aggiunto Salvini - è una rivoluzione. Sono 30 anni che si promettono riforme sulla giustizia, 30 anni che non si muove nulla. Questi referendum sono la garanzia che chi sbaglia paghi. Negli ultimi anni 30mila italiani sono stati arrestati, quindi sputtanati, perdendo amici, rispetto e onore, per sentirsi dire dopo qualche anno di carcere ’mi scusi, abbiamo sbagliato personà. E lo Stato italiano, cioè noi, li abbiamo risarciti con 900milioni euro. Se sbaglia un tassista, un giornalista, un sindaco, un insegnante, paga. Solo una categoria non paga, quella che si occupa della libertà: vorrei che se qualcuno sbaglia, con dolo o colpa, pagasse di tasca sua”.