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I ministri 5 Stelle nel mirino dei parlamentari grillini

Luigi Frasca
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Ministri nel mirino di deputati e senatori grillini. «La forza in Parlamento l’abbiamo se noi abbiamo forza con Draghi.», dice il senatore Alberto Airola in assemblea M5S, convocata per fare il punto sulla riforma della giustizia. «Cosa faremo quando arriveranno emendamenti governativi? Come li voteremo?», si domanda Airola, che aggiunge: «Sono convinto che potrebbe uscire un testo ancora peggiore, cosa succederà allora se altri voteranno degli emendamenti monnezza?».

 

 

Per il collega Marco Pellegrini si è trattato di «un attacco concentrico alle nostre battaglie»: «Vogliono farcele demolire con i nostri stessi voti». E ai ministri pentastellati dice: «Non ve l’ha prescritto il medico di fare i ministri, vi prendete gli oneri e gli onori». «Oggi si tratta della questione della giustizia, mi domando, domani quando si cercherà di smantellare un’altra nostra battaglia, che scusa si troverà», dice la deputata Antonella Papiro parlando di «lesione della dignità del gruppo parlamentare»: «Mi domando come possiamo stare ancora in una maggioranza quando viene messo in discussione tutto il lavoro che viene fatto».

 

 

Sulle barricate l’ex presidente della Commissione Giustizia Giulia Sarti: «In questa riunione sono state dette cose non vere, mi aspetto delle scuse. I nostri ministri sono entrati in Cdm e hanno disatteso quello che i direttivi di Camera e Senato avevano chiesto di fare». La deputata pentastellata chiede «mani libere in Parlamento» perché «quell’accordo non può essere spacciato per una vittoria». Il testo Cartabia «è una delle peggiori schifezze mai lette», le fa eco la vicepresidente della Camera Maria Edera Spadoni, che aggiunge: «Non possiamo vedere il M5S annientato su un tema così importante». Il ministro degli Esteri Luigi Di Maio ha provato a gettare acqua sul fuoco: «Io sono qui per dirvi che noi ministri non cerchiamo scuse, ma allo stesso tempo vi chiedo di non credere alle leggende metropolitane o a fantomatiche pressioni arrivate. Almeno noi fidiamoci di quello che ci stiamo dicendo qua. Io mi fido di voi perché so bene che non fareste mai del male al Movimento».

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