Ecco lo statuto di Coraggio Italia, Brugnaro capo assoluto
Un partito nelle mani di Luigi Brugnaro. Sarà il sindaco di Venezia a decidere quasi tutto del partito "Coraggio Italia", dalle liste elettorali, alle nomine dei vertici alle spese. Spulciando le 34 paginette dello statuto di 32 articoli - che è stato visionato dall’Adnkronos - approvato qualche giorno fa dopo vari stop and go per problemi di equilibri interni dai ’soci fondatorì che fanno parte del ’Comitato promotore, si scopre infatti che l’imprenditore veneto è il vero dominus del ’contenitorè politico di centro, aperto soprattutto alla società civile, lanciato insieme al leader di "Cambiamo" Giovanni Toti. Il documento parla chiaro, anche se poi bisognerà vedere quali margini di manovra avrà effettivamente il patron di "Umana", visto che i suoi ’poterì sono stati "ridistribuitì" e forse "diluiti" tra più esponenti e organi direttivi. Comunque, leggendo le ’disposizioni transitoriè (ex articolo 32) balzano all’occhio funzionì, ’compitì e mansionì di Brugnaro nella veste di presidente del neo movimento e viene stabilito che il primo Congresso nazionale si dovrà celebrare «non prima del 31 marzo 2023 ed entro il 31 dicembre dello stesso anno».
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«Nella fase transitoria - si precisa nel testo - il partito è diretto dal presidente, da tre vicepresidenti di cui uno vicario da un segretario generale, da un tesoriere nazionale, da una Direzione nazionale e da un Comitato promotore nazionale», a cui si aggiunge il collegio dei probiviri. Lo statuto è diviso sostanzialmente in due parti: una tecnico-operativa con la struttura del partito centrista che sarà, a cominciare dalla questione dei fondi e della raccolta finanziamenti per le campagne elettorali; un’altra più "rappresentativa" e politica, dove l’obiettivo è garantire la democrazia interna attraverso il confronto tra diverse sensibilità. «La responsabilità dell’organizzazione tecnico-operativa ed economico-finanziaria del partito durante il periodo transitorio - spiega ancora l’articolo 32 - è attribuita al presidente» (ovvero Brugnaro), «unitamente al segretario generale ed al tesoriere nazionale», che ancora non sono stati nominati ma, di fatto, saranno persone di fiducia del primo cittadino della Serenissima.
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In particolare, (ecco uno dei passaggi statutari chiave) il presidente Brugnaro «ha la rappresentanza politica del partito in tutte le sedi politiche e istituzionali, intrattiene i rapporti con le strutture politiche del partito ricevendone le istanze e formulando proposte al Comitato di presidenza, alla Direzione nazionale e al Comitato promotore nazionale». Brugnaro, in qualità di presidente, «potrà essere coadiuvato dai capigruppo o capo delegazione alla Camera e al Senato (a Montecitorio il sindaco di Venezia può contare sul presidente dei deputati Marco Marin e 24 parlamentari, mentre a palazzo Madama per ora fa affidamento su sette senatori), dal vice presidente vicario e dai vice presidenti». Non solo: Brugnaro «è capo delegazione con i partiti di coalizione e nelle consultazioni al Quirinale». Tradotto: come presidente di "Coraggio Italia" potrà partecipare ai vertici dei leader di centrodestra e andare al Colle in tutte le occasione ufficiali come le consultazioni appunto. Tra i ruoli apicali del partito che sarà, spicca quello del "segretario generale", una vera novità fino ad ora, almeno nei partiti. «È una delle figure di vertice del partito», assicura l’articolo 19 dove viene sottolineato che «il segretario generale ha la rappresentanza legale e giudiziale» di ’CÌ; «supervisiona e coordina le attività necessarie per la corretta gestione funzionale, operativa ed amministrativa del partito, coordinandosi in special modo con il tesoriere Nazionale, il segretario amministrativo ed il segretario finanziario». «Agisce», poi, «secondo le direttive e gli indirizzi del presidente e del Comitato di presidenza ed esegue le deliberazioni della Direzione nazionale e del Comitato promotore nazionale».