M5s, paralisi sullo Statuto. Luigi Di Maio prende tempo ma il MoVimento rischia di implodere
L'equilibrio è troppo sottile per rischiare anche solo una frase in più. Il Movimento 5 Stelle vive una fase estremamente delicata, con una mediazione tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte che finora ha prodotto almeno il risultato di stoppare il bombardamento reciproco. Poi, però, servirà la 'ciccia'. Perché al di là di tutto i Cinquestelle non sanno ancora quale Statuto verrà sottoposto al voto della base, così come restano coperti dal più stretto riserbo anche Codice etico e Carta dei valori, i due documenti da cui, per intenderci, dipende la fine o il mantenimento del tetto di due mandati per i parlamentari. Non proprio un dettaglio, nell'economia di un gruppo che ormai vive al buio rispetto alle scelte più importanti.
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I portavoce saranno coinvolti, ma nel prossimo step, quando il lavoro del Comitato dei 7 nominati da Grillo avrà limato le distanze tra garante ed ex premier. Un lavoro che non può fisiologicamente procedere a passo svelto, non solo per la complessità della materia, ma soprattutto perché quasi tutti i 'saggi' hanno ruoli di governo o istituzionali che richiedono tempo e impegno. "Credo fortemente nel dialogo e nella mediazione, e per cercare la sintesi serve un duro lavoro", dice Luigi Di Maio, il mediatore che assieme a Roberto Fico è riuscito a evitare l'implosione del Movimento per arrivare alla 'camera di compensazione'.
Il ministro degli Esteri non si sbottona, ma un'indicazione la fornisce: "Bisogna essere realisti, non dobbiamo sottovalutare le difficoltà, ma posso assicurare che tutti e sette ci stiamo impegnando in grande sintonia nella ricerca di una soluzione". La sfida è dura, perché "la situazione non è semplice" ammette Di Maio, che comunque non molla la presa: "Continueremo a dare il massimo per il bene del Movimento".
L'obiettivo resta quello di chiudere nel più breve tempo possibile, anche perché gli effetti di questa impasse di riverberano inevitabilmente sull'azione politica del M5S. Il rinvio del voto sul nuovo Cda della Rai o la posizione sulla riforma della giustizia della ministra, Marta Cartabia, sono chiari segnali che i tempi sono un fattore fondamentale. Soprattutto adesso, che si avvicina l'arrivo della prima tranche di fondi previsti dal Recovery. Senza contare le amministrative di ottobre, appuntamento al quale i Cinquestelle non si presentano nelle migliori condizioni. Per essere chiari, a luglio ormai iniziato non c'è più il candidato per le regionali in Calabria e la trattativa con gli alleati del centrosinistra procede a rilento per la 'vacatio' alla guida del Movimento. Perché dopo le regole interne, ci sarà da definire la linea politica. Da qui non si scappa.