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Ddl Zan, altro flop per l'intesa: inizia la battaglia parlamentare. Asse tra Italia Viva e Lega

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Fumata nera al tavolo di maggioranza che puntava a trovare un’intesa sul ddl Zan. Tra le forze che sostengono il governo di Mario Draghi non è stato trovato alcun accordo sulle modifiche proposte dal relatore Andrea Ostellari, presidente della commissione Giustizia. Come chiesto da M5S-Pd-Iv-Leu oggi l'aula voterà la calendarizzazione del testo in Aula, con l'obiettivo di arrivare al voto, sulla legge di contrasto all'omotransfobia il 13 luglio prossimo.

 

 

La reazione della Lega è arrivata per bocca del capogruppo del Carroccio al Senato Massimiliano Romeo: “Abbiamo preso atto a malincuore che la proposta di mediazione fatta da Ostellari è stata rifiutata. Pd, M5S e Leu non hanno intenzione di procedere a modifiche al ddl Zan. Ora si va in aula, noi voteremo no al calendario. Inizia una battaglia parlamentare dagli esiti incerti”. Sulla stessa lunghezza d’onda il capogruppo di Iv al Senato Davide Faraone: “Purtroppo non c'è un accordo. PD e M5S sbagliando hanno deciso di forzare. Il testo Ostellari era un passo avanti, ora  il clima che si sta creando mette a rischio la legge. Il tempo per una mediazione c'è ancora ma il segnale che si dà è un segnale di scontro”.

 

 

Le motivazioni che hanno spinto il Pd a dire no al testo sono evidenziate da Monica Cirinnà, senatrice dem: “Di fronte al tentativo del presidente Ostellari di privare completamente di tutele le persone trans eliminando l'espressione 'identità di genere', mi auguro che tutte le forze che hanno votato il ddl Zan alla Camera facciano quadrato attorno al testo. Finalmente la Lega ha gettato la maschera e si è capito che non vogliono questa legge facendo di tutto per affossarla. Chi si presta a questo gioco allo sfascio, sulla pelle delle persone, ne sarà responsabile”. Ma la strada resta in salita e spetterà all'aula decidere il destino del testo di Zan.

 

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