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Il Partito Democratico è fuori dalla realtà: Stefano Bonaccini non le manda a dire a Enrico Letta

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C’è un’aria più che pesante all’interno delle alte sfere del Partito Democratico. La nomina a segretario nazionale di Enrico Letta ha messo una toppa al buco della leadership, ma ci sono alcuni esponenti dem che sono già pronti a compiere il ribaltone in caso di flop alle prossime elezioni amministrative. Tra chi punta alla guida del Pd c’è anche Stefano Bonaccini, attuale governatore dell’Emilia-Romagna, che in un’intervista al Corriere della Sera ha indicato la giusta rotta che dovrebbe seguire il centrosinistra: “La politica si dia da fare per cose concrete, che non devono rimanere slogan da convegno. Noi stiamo dimostrando che si può fare. Io sono convinto che una volta finita l'epoca delle ideologie, affrontare i problemi reali sia l' unico compito della politica".

 

 

La frecciata a Letta non viene risparmiata: “Quando ho parlato con Enrico Letta, mi sono permesso di suggerirgli di inserire ai vertici più amministratori local. Sento troppo spesso qualche dirigente nazionale dire cose come se non frequentasse da anni una fabbrica, una scuola, un bar o un mercato. Invece, secondo me bisogna allenarsi all’ascolto. C’è la necessità che il Pd ritrovi una identità ben definita con un profilo che tenga insieme i diritti civili ma anche e soprattutto quelli sociali, che sono fondamentali per avere un elettorato largo e magari convincere qualcuno che non ti ha mai votato”.

 

 

Poi c’è un altro siluro lanciato all’attuale guida dei Dem: “Spero che si parli più di temi strategici come lavoro, conoscenza, sanità e ambiente, invece che di alleanze, per le quali c'è sempre tempo. Mancano tre mesi al voto nelle principali città italiane, mi pare più importante vincere lì che discutere tra di noi in un Congresso. Nella prossima legislatura non governeremo con la Lega perché siamo alternativi a loro. Ma ora bisogna farlo. Per far finire la pandemia sanitarie ed evitare che si trasformi in pandemia sociale”. Le stoccate sono partite, in caso di fallimento Bonaccini è pronto a raccogliere il testimone.

 

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