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La sfida di Roberto Giachetti a Luigi Di Maio: "Firmi pure lui i referendum sulla giustizia". Siluro al Pd

Francesco Storace
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I referendum sulla giustizia li firma anche Italia Viva? «Non abbiamo ancora deciso come partito, ma sono questioni sulle quali Iv ha già dimostrato sensibilità». Parla Roberto Giachetti, deputato di Italia Viva con una storia radicale prima dell’approdo al Pd e quindi l’avventura al fianco di Matteo Renzi. Ha firmato i quesiti proposti da Salvini e dai radicali e contesta la polemica su quello che regolamenta la custodia cautelare e quello che abolisce la legge Severino. E in questa intervista chiede a Luigi Di Maio di essere coerente con la sue parole sul caso Uggetti, l’ex sindaco di Lodi del Pd che fu arrestato e per il quale il ministro degli Esteri ha chiesto scusa a nome del suo partito. E il Pd che farà? «Incomprensibile». E sulla legge Zan ribadisce che si deve modificare «come avvenne per le unioni civili».

La firma di Giachetti non fa notizia quando si parla di giustizia. Ma pare evidente un significato politico. È Italia Viva che li firma?
«Infatti quelle che conteranno saranno le centinaia di migliaia di firme che consentiranno al popolo italiano di pronunciarsi sui quesiti. Io sono un deputato di Italia Viva e lo rivendico. Al momento il partito non ha ancora preso una decisione formale, ma non c’è dubbio che i quesiti, dalla responsabilità civile alle modifiche alla Severino alla separazione delle carriere, sono questioni sulle quali Italia Viva ha dimostrato di essere particolarmente sensibile».

 

 

 «Favore» a Salvini o ai radicali?
 «Questa storia del favore a Salvini mi sembra surreale. Io sono laico, non mi interessa se le intenzioni sono buone o cattive, mi interessano i fatti. Se su battaglie che insieme ai radicali ho condotto per anni, Salvini ci ripensa e si impegna per concorrere a tradurle in fatti concreti, porte non aperte ma spalancate. Se ce la faremo a raccogliere le firme, il favore sarà a una giustizia più giusta».

Tante polemiche sui quesiti legati alla legge Severino e alla custodia cautelare. Sono fondate?
 «Più che infondate sono ipocrite. La custodia cautelare dovrebbe essere un’eccezione debitamente motivata secondo la Costituzione e invece in un paese che ha ribaltato la presunzione di innocenza in presunzione di colpevolezza, ormai è la norma. Basti pensare che nelle nostre prigioni circa un terzo dei detenuti è in attesa di giudizio e una buona parte, ci dicono i dati, risulterà poi innocente. Al netto delle migliaia di persone che ogni anno ricorrono per ingiusta detenzione. Sull’abrogazione di alcuni punti della Severino, chiedete a qualunque sindaco di qualunque partito».
 

 

 

 

I magistrati prima o poi pagheranno per i loro errori? O il Parlamento potrà bloccare comunque la voce del popolo se dovessero passare i referendum? È prevedibile la battaglia contraria dai cinque stelle?
«Fino ad oggi su qualunque iniziativa che cercasse di riformare in senso garantista il nostro ordinamento giudiziario, i 5 stelle hanno fatto muro. Mi auguro che le parole di Di Maio, a proposito del caso Ugetti, possano rappresentare l'inizio di un ripensamento anche da parte loro. D'altra parte il fatto che a guidare il no ai referendum ci sia uno come Davigo, noto per aver sostenuto che non esistono innocenti ma solo colpevoli di cui non si è ancora riusciti a dimostrare la responsabilità fotografa bene quale sarà l'oggetto del contendere».

E dal Pd? 
«Dal PD, ahimè, ma è solo la conferma di quanto accaduto negli ultimi due anni, c'è già stata una pronuncia per il no. Anzi, il segretario, in spregio al valore del pronunciamento popolare, ha liquidato i referendum come un "buttare la palla in calcio d'angolo". Appare per altro incomprensibile in che modo i referendum potrebbero ostacolare le riforme su cui sta lavorando la ministra Cartabia, atteso che uno solo dei quesiti, quello sull'elezione del CSM interviene sul medesimo tema».

E comunque che succede su quel fronte?
«Ma, non saprei, purtroppo non mi aspetto grandi dibattiti interni. Posso solo sperare che se c’è qualcuno che ancora si ricorda cosa sono il riformismo e il garantismo batta un colpo».

La legge Zan passa?
«Dipende, se su un tema del genere non si ha l'intelligenza e la responsabilità di cercare un dialogo e trovare una mediazione, temo che il vicolo cieco del voto segreto sia una probabilità reale. D'altra parte pensiamo solo a quanti anni ci sono voluti per approvare le unioni civili, figlie esattamente di un'ostinata ricerca di mediazione in luogo di strappi bandiera e prove di forza. Italia Viva ha proposto delle modifiche concordate in maggioranza e poi l'apposizione della fiducia che darebbero la certezza di una soluzione positiva. È esattamente il metodo che ha consentito di approvare le unioni civili. Se si vuole la strada c'è».

 

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