mediazione o scissione?

M5S: la mossa di Conte, guerra di nervi con Grillo. E il sondaggio della Ghisleri cambia le carte in tavola

Mentre i big del Movimento 5 Stelle invocano calma e gesso si tenta la via, stretta a in salita, della mediazione. Secondo fonti vicine all’ex Presidente del Consiglio, fanno notare che Giuseppe Conte "non può che valutare positivamente questo tentativo di mediazione dal momento che lui stesso ha sempre lavorato per trovare una sintesi e per evitare spaccature e scissioni interne al Movimento". "Quindi ben venga anche questo tentativo", ovvero il comitato di sette saggi nominato da Beppe Grillo per valutare il nuovo Statuto, dopo aver sospeso la votazione online sul direttivo che avrebbe dovuto sorpassare la scelta di Conte capo politico. Tentativo "di cui era stato preventivamente informato, se utile a rilanciare il Movimento e a dar vita a un nuovo corso". Ma Giuseppi manda anche un altro messaggio, la nuova vita deve nascere "tenendo fermi però quei principi fondamentali su cui si è già espresso con chiarezza". 

 

  

Insomma, tutto porterebbe a una ricucitura, ma le differenze restano, eccome. Sullo scenario piombano i numeri dell’analista dei sondaggi Alessandra Ghisleri. La fondatrice di Euromedia Research in una intervista a Laa Stampa ha spiegato che nei 5 Stelle "esiste ancora quella base che crede nella partecipazione diretta, quella forza dal basso che ha stimolato l’opinione pubblica proprio grazie a Beppe Grillo, tuttavia oggi gli elettori pentastellati chiedono di tradurre in una o due opzioni politiche pragmatiche la linea Conte e la linea Grillo". Ma chi sta con Grillo e chi con Conte? Nelle intenzioni di voto «"l Movimento 5 Stelle passa dal 16.2% di due settimane fa al 14.5% di oggi". Però, "nell’ipotesi ad oggi solo artificiosa di un possibile partito personale di Giuseppe Conte - rileva Ghisleri - le conseguenze nel campo progressista sarebbero notevoli: il Partito Democratico passerebbe dal 19.8% al 17.4% perdendo quasi 2.4%, mentre il M5S si dimezzerebbe passando dal 14.5% al 7.0%. Il tutto in favore di un ipotetico partito di Giuseppe Conte che, sull’onda degli ultimi avvenimenti politici, si attesterebbe su un virtuale 10.5%".

 

E persino il centrodestra "risulterebbe possibile ’donatore'" do voti "con uno scarso 1.0%, proveniente soprattutto dall’area azzurra. Del resto pure il centrodestra sta vivendo il suo tempo di sommovimento vedendo in perfetta sovrapposizione le due principali forze dell’area Lega e Fratelli d’Italia", annota la sondaggista.

 

Ma "il dato ancora più significativo che emerge nelle rilevazioni  è che lo scontro tra Beppe Grillo e Giuseppe Conte ne sottende un altro, tra chi desidera tornare a quel movimento delle origini (38.8%) e chi vuole una nuova evoluzione proseguendo il suo processo di trasformazione verso una forma più classica di partito (51.3%)", è il segnale che arriva dalla rilevazione come spiega Ghisleri. Lunedì o martedì la resa dei conti grillina con il faccia a faccia, non più rinviabile, tra Conte e Grillo.