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Sfida a Beppe Grillo: non si voterà su Rousseau. Ma Luigi Di Maio prova a salvare il Movimento 5 Stelle

Dario Borriello
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È come ricucire il tessuto più fragile che esista: ogni sbavatura rischia di rompere la tela in maniera irreparabile. Rimettere insieme le teste di Beppe Grillo e Giuseppe Conte è un’opera quasi impossibile, ma il tentativo è in corso, per evitare due conseguenze: innanzitutto una scissione dei gruppi Cinquestelle (dolorosa in questa fase politica), ma soprattutto la creazione di un nuovo partito, che agisce sullo stesso bacino elettorale dell’originale, col rischio che alla fine le due formazioni si tolgano voti l’un l’altro. Così, mentre i parlamentari navigano a vista, i big prendono ago e filo.  Luigi Di Maio di buon’ora varca il portone della casa romana dell’ex premier e ne esce un’ora dopo, senza dare nemmeno uno sguardo o un cenno ai cronisti che attendevano sui marciapiedi del centro capitolino. Il ministro degli Esteri, però, si intrattiene a lungo con Roberto Fico, che incontra all’Accademia dei Lincei prima di partire per Firenze, dove presenzia a Pitti Uomo, tanto per restare in tema. Sono soprattutto loro due a tenere le fila di una situazione critica, intravedendo quel minuscolo spiraglio di luce che possa condurre a una ravvedimento operoso dei due «competitor» interni. La consegna del silenzio è strettissima, consapevoli che uno spiffero può alimentare un tornado.

 

 

Del resto l’aria è pesante da giorni, e non solo per la calura estiva. Anche lo scontro tra il garante e il reggente, Vito Crimi, ha lasciato qualche strascico, ma alla fine il presidente del Comitato di garanzia ha dato il via alle operazioni di voto per l’elezione del Comitato direttivo, ma non su Rousseau come indicato da Grillo, bensì su SkyVote, la nuova piattaforma scelta insieme all’ex leader in pectore. Una soluzione che resta nelle pieghe di una possibile diatriba giudiziaria, perché a parere dell’Elevato solo Davide Casaleggio è titolato a dare voce alla base in questa fase e successivamente si potrà guardare oltre. Non la pensa così Crimi, che pubblicamente ha ricordato il pronunciamento del Garante per la Privacy in favore del M5S proprio contro l’associazione Rousseau sulla titolarità dei dati degli iscritti. La situazione è esplosiva, in poche parole. Perché un gruppo di eletti Cinquestelle, di cui fanno parte diversi consiglieri regionali e comunali, come Francesca De Vito (Lazio), Antonella Laricchia (Puglia) e Mari Muscarà (Napoli), hanno presentato una diffida nei confronti del Comitato di Garanzia per chiedere di mettere ai voti il nuovo organismo collegiale ma sulla piattaforma di Casaleggio. 

 

 

Nel frattempo, tra i parlamentari è buio pesto su quanto sta accadendo in queste ore. A parte le uscite pubbliche, i post e i video, si contano sulle dita di una mano i portavoce che riescono a ottenere informazioni utili sul match Grillo-Conte e il lavoro dei pontieri. Così l’assemblea dei deputati M5S ha avanzato la richiesta di conoscere i contenuti della bozza di Statuto e della Carta dei valori «oggetto di discussione degli ultimi giorni». Il capogruppo alla Camera, Davide Crippa, sta seguendo il dossier, verificando anche la possibilità di avere degli incontri sia con Grillo che con Conte. L’ex premier si è detto disponibile a illustrare il documento su cui lavora ormai da 5 mesi: «Se c’è un invito volentieri, ci mancherebbe. Sono sempre a disposizione dei parlamentari». Allo stesso modo, da fonti parlamentari spiegano che anche il garante e co-fondatore ha dato l’assenso ad accogliere la richiesta dei portavoce. Segnali comunque importanti nel momento più difficile della storia Cinquestelle.

 

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