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Mario Draghi stoppa il cashback. E nel Movimento 5 Stelle si infuriano: "Un errore, torniamo indietro"

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Ci mancava lo stop al cashback per far aumentare ancora di più la tensione dentro al Movimento 5 Stelle già in fibrillazione per lo scontro tra Grillo e Conte. La misura varata negli ultimi mesi del governo Conte sospesa dalla cabina di regia di lunedì scorso è stato mal digerito dai molti esponenti di governo grillini. «È un errore, l’ho detto e ripetuto ieri in cabina di regia. Mi auguro si possa tornare indietro su questa decisione» ha spiegato il ministro dell’Agricoltura, Stefano Patuanelli. A supportare la tesi i portavoce M5S della commissione Finanze alla Camera: «Ha stimolato l’uso dell’app Io, incentivando la digitalizzazione e ha permesso a oltre 6 milioni di italiani di ricevere fino a 150 euro come bonus per i pagamenti elettronici realizzati. L’incentivo ha avuto un enorme riscontro, soprattutto tra i giovani ed è una misura che si ripaga da sola».

 

 

A esultare, invece, è il centrodestra, sia quello di governo con Fi e Lega, ma anche quello in opposizione, guidato da Giorgia Meloni. «Fratelli d’Italia è stata l’unica forza politica a dire chiaramente da subito che cashback e lotteria degli scontrini sono una idiozia che ci costa 4 miliardi - esulta la leader di FdI -. Un tentativo di controllare gli italiani in cambio di un’elemosina. Ora ci è arrivato anche il governo Draghi. I quasi 2 miliardi risparmiati siano ora destinati ad attività e lavoratori colpiti dalla crisi e dalle chiusure, come avevo chiesto di fare al premier in una lettera inviata il 3 marzo scorso. Come sarebbe dovuto essere in una Nazione normale». Dal Partito democratico è il responsabile economico, Antonio Misiani, a tracciare la rotta, guardando alla sospensione come «l’occasione per un monitoraggio accurato dei risultati della sperimentazione e l’introduzione dei correttivi necessari». Per l’ex vice ministro al Mef «l’Italia è in forte ritardo nella transizione verso un’economia cashless, con 61 transazioni digitali per abitante contro una media europea di 168, e ogni anno buttiamo letteralmente dalla finestra 8 miliardi nella gestione dei pagamenti in contanti».

 

 

Tra i dem, però, c’è chi la pensa diversamente e si rammarica per la decisione del governo, come il responsabile per la Coesione e il Mezzogiorno, Michele Bordo, e il dirigente nazionale, Marco Furfaro. Favorevole allo stop, invece, Iv: «Una scelta giusta ed equa» per Ettore Rosato, che chiede di impiegare quelle risorse «in opere pubbliche e investimenti». Argomentazioni che, però, non convincono i Cinquestelle. «Il cashback è un incentivo ai pagamenti elettronici, che sono tracciabili e che quindi limitano l’evasione fiscale. La sua sospensione è un errore e un pessimo messaggio», dice l’ex ministra Lucia Azzolina. Ancora più tranchant è la presidente della commissione di inchiesta sulle Banche, Carla Ruocco, secondo la quale la misura «ha obbligato i negozianti furbetti a mettere il Pos, ha aiutato gli anziani ad attivare lo Spid e una carta alla Posta. Ha sostenuto i nostri giovani». Il Movimento proprio non ci sta e investe governo e maggioranza. «Chiederemo in Consiglio dei ministri i motivi di questa decisione», scrive su Twitter la ministra delle Politiche giovanili, Fabiana Dadone. Segnale che la discussione non è ancora chiusa. 

 

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