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Cashback annullato, "rischia di favorire i ricchi". Mario Draghi tombale sui rimborsi

Il cashback è stato sospeso. Almeno per sei mesi ovvero per tutto il secondo semestre del 2021. Dopo la decisione della cabina di regia del governo, annunciata lunedì scorso 28 giugno, arriva il decreto lavoro che ufficializza la sospensione dell'operazione per incentivare i pagamenti con carte e bancomat. Draghi  avrebbe rassicurato M5S e Pd su una sospensione di soli sei mesi e di tenere alta l'attenzione, come richiesto dai Dem, sull'evasione fiscale.

Il premier ha però voluto rimarcare come la misura abbia "un carattere regressivo ed è destinata ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori". Non esiste alcuna obiettiva evidenza - è stata la sottolineatura - della maggiore propensione all'utilizzo dei pagamenti elettronici da parte degli aderenti al Programma. Quasi il 73 per cento delle famiglie già spende tramite le carte più del plafond previsto dal provvedimento. Pertanto, la maggior parte potrebbe ricevere il massimo vantaggio anche senza intensificare l'uso delle carte. 

  

“Il cashback - ha affermato Draghi - ha un carattere regressivo ed è destinato ad indirizzare le risorse verso le categorie e le aree del Paese in condizioni economiche migliori”. La maggiore concentrazione dei mezzi alternativi al contante si registra tra gli abitanti del Nord e, più in generale delle grandi città, con un capofamiglia di età inferiore a 65 anni, un reddito medio-alto e una condizione diversa da quella di operaio o disoccupato. Anche se non esistono a tutt’oggi dati specifici a riguardo, è presumibile che siano queste categorie a trarre i maggiori benefici dal cashback e dai bonus e superbonus collegati.

La misura rischia perciò, ha spiegato il premier, di accentuare la sperequazione tra i redditi, favorendo le famiglie più ricche, con una propensione al consumo presumibilmente più bassa, determinando un effetto moltiplicativo sul PIL non sufficientemente significativo a fronte del costo della misura.