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Roberto Fico, incredibile a In Onda: cosa dice dopo gli stracci Conte-Grillo. "Siamo uniti", M5s spacciato?

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Stiamo affrontando un momento si cambiamento, quello di Giuseppe Conte non è un ultimatum a Beppe Grillo. "Ne usciremo più forti di prima", dice il presidente della Camera Roberto Fico, storico esponente del Movimento 5 Stelle a In Onda su La7 con Concita De Gregorio e David Parenzo, alla prima puntata della stagione estiva che va in onda dopo il clamoroso strappo dell'ex premier che ha chiesto pieni poteri al garante nel braccio di ferro sul nuovo statuto del movimento.

 

Fico ragiona sulla necessità di trovare una sintesi nel Movimento. Un ticket Conte-Grillo? Ma Fico non si espone. Eppure i toni di Conte sono stati duri, ha parlato di Grillo come un genitore che deve lasciare andare il figlio ormai cresciuto. "Lei un uomo di valori di sinistra", dice la De Gregorio, "ma Conte ha parlato di contenitore, sembra alludere a un partito democratico di centro, democristiano". "Sono un uomo di sinistra e ho costruito questo movimento dove ci sono molte anime", "autonomi e indipendente" dove "contano le idee". "Se possiamo portare avanti temi in comune con il Pd, tanto meglio". Ma "Conte non è democristiano. Il Movimento guarda al futuro".

 

Ma chi sceglie, il padre padrone o quello generoso, lo incalzano con riferimento all'immagine usata da Conte in conferenza stampa al Tempio di Adriano. Niente da fare, Fico non si espone e insiste sulla necessità di cambiare, uniti "per andare avanti, ci hanno dato per spacciati tante volte e poi...".

In studio arriva l'agenzia con le parole di Luigi Di Maio: "Stiamo remando tutti nella stessa direzione, il MoVimento è pronto ad evolversi, coraggio. Confido nell’intesa. Dialogo e confronto sono fondamentali, siamo una forza matura, dotata di buon senso, visione e concretezza". Insomma, l'aria che tira tra i big grillini è quella. Ma questa diarchia può funzionare? E chi deve ricostruire la casa che, per usare le parole di Conte, va rifondata? Fico anche qui è fedele alla linea della conciliazione. "Siamo abituati agli scossoni, verranno superati. Sono tranquillo". 

 

Eppure il lessico di Conte è stato quantomeno "assertivo", sottolinea De Gregorio che tiene il punto: l'ex premier ha dettato delle condizioni. Niente da fare, il grillino è inamovibile. "Siamo stati i primi a sperimentare una democrazia partecipata e continueremo" anche dopo Roosseau. "Ma un congresso con le mozioni e le discussioni non lo volete?" chiede Parenzo. "Ma il confronto nel Movimento c'è già" risponde Fico. "Siamo cresciuti in modo veloce, governiamo il Paese da tre anni. È un miracolo" ammette il presidente della Camera. "Ora dobbiamo trovare una nuova strada". 

Vabè, meglio parlare d'altro. Arriva la polemica "grottesca", sottolinea la De Gregorio, sull'Italia che si inginocchierà nei quarti di finali di Euro 2020 ma solo per rispetto degli avversari, il Belgio, non per aderire alla campagna anti-razzista. "Dove si possano dare massaggi importanti gli sportivi dovrebbero farlo", dice Fico."Io aderirei" dice il grillino che però non vuole mettere bocca sulla decisione che spetta alla nazionale guidata da Roberto Mancini.

Si passa allo ius soli. "Spesso si fa un errore, la legge di cui si parlava dava diritto di cittadinanza in base a un percorso scolastico, cioè uno ius culturae" dice sul tema della cittadinanza agli stranieri. "Mentre - sottolinea - lo ius soli è una una cosa più ampia, da elaborare bene con la Ue". 

Tra i dati politici di oggi c'è il sorpasso nel sondaggio Swg di La7 di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni sulla Lega di Matteo Salvini. "I cittadini sono sovrani, decideranno alle elezioni. Ma il governo è saldo" commenta. Parenzo gli chiede: cosa farà dopo aver svolto un ruolo così importante come la presidenza della Camera? "No lo so", conclude Fico. Sipario. 

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