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La mossa di Salvini, pronta la proposta sul Ddl Zan. Così stana il Pd sul Vaticano

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Nel giorno dopo il Pride arriva l'offensiva sul testo contro l'omofobia. "DDL Zan, entro domani la proposta della Lega, in coerenza con quanto richiesto dalla Santa Sede, di emendamento e miglioramento della Legge, in particolare degli articoli 1, 4 e 7, superando criticità, ideologie e inutili divisioni" ha annunciato il leader della Lega Matteo Salvini su Twitter.

 

Il leghista sulla manifestazione per i diritti Lgbt aveva pubblicato sui social una foto che ha fatto molto discutere: "Ieri in piazza a Milano... Secondo me raffigurare Gesù Cristo con minigonna e tacchi a spillo non è una simpatica provocazione, è una schifezza, un’offesa e una sgradevole mancanza di rispetto". 

 

Nei giorni scorsi  il Segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, in una intervista al direttore editoriale dei media vaticani Andrea Tornielli, era entrato nel merito delle critiche alla legge contenute in una nota verbale del Vaticano all'ambasciatore italiano nella Santa Sede. Nessuna richiesta di fermare la legge contro l’omotransfobia né indebite pressioni sul lavoro del Parlamento italiano, ma la segnalazione di alcune preoccupazioni riguardanti l’interpretazione di alcuni passaggi del ddl Zan, aveva sottolineato il prelato che aveva evidenziato i punti critici della legge.

 

"La nostra preoccupazione riguarda i problemi interpretativi che potrebbero derivare nel caso fosse adottato un testo con contenuti vaghi e incerti, che finirebbe per spostare al momento giudiziario la definizione di ciò che è reato e ciò che non lo è. Senza però dare al giudice i parametri necessari per distinguere. Il concetto di discriminazione resta di contenuto troppo vago. In assenza di una specificazione adeguata corre il rischio di mettere insieme le condotte più diverse e rendere pertanto punibile ogni possibile distinzione tra uomo e donna, con delle conseguenze che possono rivelarsi paradossali e che a nostro avviso vanno evitate, finché si è in tempo", aveva detto Parolin. 

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