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Renzi vuota il sacco, così sfotte Letta e Grillo

Giada Oricchio
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A “Belve”, programma di interviste su Rai2, venerdì 25 giugno, il leader di Italia Viva, Matteo Renzi vuota il sacco sul referendum costituzionale, deride Enrico Letta e Beppe Grillo, tira frecciate a Conte e rivela il motivo che lo ha portato alla rottura con Marco Travaglio, il direttore de Il Fatto Quotidiano.

Francesca Fagnani, conduttrice di “Belve”, cuoce a fuoco lento Matteo Renzi, fondatore di Italia Viva, partendo dai boy scout: “Mi chiamavano grillo, non mi piaceva, a pensarci adesso mi viene da ridere. Ho un rapporto perverso con grillo inteso come animale e Grillo in senso politico...il leader decisamente non mi piace se è ancora il leader del partito. Lo è?!”. Renzi si vanta del suo marchio di fabbrica: l’arroganza. Pregio e difetto al tempo stesso, a suo dire. E fa spallucce anche davanti alla considerazione che è uno degli uomini meno amati d’Italia. Alla domanda: “Qual è la sua marcia in più per essere diventato giovanissimo sia segretario del Pd che Presidente del Consiglio?”, risponde: “Se guardo indietro vedo una buona dose di rischio e una certa fortuna, il fattore C. L’ultima volta che mi sono sentito potente? Quando ero al Governo”.

A proposito di Palazzo Chigi, cosa ricorda del passaggio della campanella con l’allora presidente del Consiglio Enrico Letta voltato dall’altra parte per non guardarlo? “Ho pensato che stesse facendo una figuraccia, credo che abbia fatto un errore, non ha rispettato le Istituzioni, è una cosa che non si fa”. Dopo tanti anni e 11 cause per diffamazione, confessa perché ha rotto con Marco Travaglio: “C’è stata una telefonata. Ero già a Palazzo Chigi e tirò fuori una serie di scontrini e spese non pagate, lo chiamai e gli dissi "perché lo fai, sai che non è vero". Mise in dubbio la mia onestà. Rompemmo lì. Ditemi che sono antipatico e incapace, ma non disonesto”. Francesca Fagnani lo tiene sulla graticola toccando il referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 che gli costò il governo: “L’errore più grande sul referendum non è stata la personalizzazione, ma il fatto che preso dalla mia arroganza volli aumentare l’affluenza. Feci di tutto per allargarla, per convincere le persone ad andare a votare anche se non era necessario il quorum. Il risultato? Sono tornato a casa e non avevo nemmeno la scrivania, l’avevano presa i figli per usucapione. Ho visto gente che fino al giorno prima mi lusingava, per usare un eufemismo, e che il giorno dopo non mi conosceva. Niente nomi, ma mi hanno deluso in tanti. Anche in questa ultima crisi: eravamo isolati e c’era un odio notevole, mi hanno dato del traditore e mi fa male. Una persona mi ha deluso più delle altre: Graziano Del Rio. Mi ha colpito che abbia detto "lasciate Matteo e venite con noi", non me lo aspettavo da lui, da tutti, ma non da lui, è stata una ferita con una cicatrice grande e gliel’ho detto”.

 

 

 

 

La conduttrice di “Belve”, dà una zampata: “Lei e Maria Elena Boschi avevate detto che avreste lasciato la politica. Come mai non lo avete fatto?”, Renzi finge il mea culpa: “Io ci credevo, ero convinto di andarmene e volevo andarmene, ho fatto un errore a restare. Ho fatto malissimo, avevo già pronta la valigia per gli Stati Uniti. Se tornassi indietro, le direi che ho sbagliato”. E’ a questo punto che l’ex premier comincia a smaniare sullo sgabello innescando un battibecco con la Fagnani: “Ultima domanda”, “No, no”, “Sì, ultima o mi fai lo speciale”, “No”, “Dai ultima” ribadisce facendo il gesto di levarsi il microfono (nei fuori onda pubblicati a fine trasmissione si vede Renzi che si alza più volte, interrompe l’intervista, si lamenta per le domande e i 45 minuti di faccia a faccia).

Francesca Fagnani lo tiene sulla graticola anche sulla vita privata: “Ci sono tante scuse che devo ad Agnese, ma so che ci riprenderemo il tempo con gli interessi. Se piaccio alle donne? Mi ha visto?! Sono sposato e sto bene con mia moglie. Dai, ultima domanda” dice Matteo Renzi sull’orlo dell’insofferenza prima di liquidare l’indiscrezione di un flirt con la deputata Maria Elena Boschi come pura invenzione: “Uscì una specie di pizzino verso Maria Elena perché una donna bella e giovane che fa politica suscita queste cose. Io sto alla realtà e i fatti sono più forti del gossip”. L’ex sindaco di Firenze si leva un altro sassolino dalle scarpe: “Mi sono sentito in pace con me stesso quando abbiamo mandato a casa Salvini e sono rilassato perché i soldi dei miei figli sono in mano a Draghi e non a Conte”. Sull’incontro con l’agente dei Servizi Segreti Marco Mancini (cacciato per quel faccia a faccia) in un autogrill, ne approfitta per pungere la conduttrice: “Non avevo niente da nascondere. Sono trasparente. Non abbiamo parlato di questioni personali, non ne parlo nemmeno con lei adesso”. Nessun disagio morale per l’amicizia con il principe saudita bin Salman, accusato dalla Cia di essere il mandante dell’omicidio del giornalista Jamal Khashoggi. Tanto, come dice Renzi, tra il Paradiso e l’Inferno, c’è il Purgatorio.

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